Via i migranti da Riace. Il Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del ministero dell’Interno, con una nota del 9 ottobre scorso, ha disposto il trasferimento degli ospiti nello Sprar gestito dal Comune calabrese entro i prossimi sessanta giorni.
L’iniziativa è stata adottata a seguito dell’arresto del sindaco Domenico Lucano, indagato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, e alle numerose anomalie riscontrate nella gestione dello Sprar, il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati.
Il provvedimento contiene 34 diverse violazioni contestate al comune reggino, tra le quali l’erogazione dei servizi finanziari dal fondo a favore di soggetti diversi da quelli ammessi all’accoglienza, la mancata presentazione della rendicontazione, la mancata corrispondenza tra i servizi descritti nella domanda di contributo e quelli effettivamente erogati, l’omessa applicazione di quanto previsto dalle linee guida anche in termini di standard qualitativi e quantitativi ed il mancato aggiornamento della banca dati gestita dal Servizio centrale. Di conseguenza, il Viminale ha intimato al comune di Riace di trasferire tutti gli ospiti e di rendicontare ogni spesa sostenuta per arrivare alla chiusura del sistema di accoglienza.
La finalità del provvedimento di revoca è di “evitare l’ulteriore protrarsi di modalità gestionali non conformi alle regole che presiedono al corretto utilizzo di finanziamenti pubblici destinati all’accoglienza dei richiedenti asilo”.
In generale, i progetti Sprar vengono rinnovati ogni tre anni: nel caso di Riace si parla del triennio 2017-2019, ma già dall’estate scorsa il Viminale aveva bloccato alcuni pagamenti per anomalie nella documentazione presentata dall’amministrazione locale. Nel 2018 il comune di Riace non ha ricevuto fondi e il 30 luglio scorso il sindaco era stato avvisato della revoca dei finanziamenti, diventata ufficiale all’inizio di questa settimana.
Fonti del Viminale sottolineano che la convenzione del Ministero con Anci, l’approvazione del progetto Sprar a Riace e i primi stop ai finanziamenti per presunte irregolarità si riferiscono a gestioni precedenti all’arrivo di Matteo Salvini.
Il Comune di Riace ha già fatto sapere che si opporrà al provvedimento presentando ricorso.