Vince il si, vince il no. Questi ultimi giorni sono frenetici, caratterizzati dal susseguirsi di programmi televisivi, articoli di giornale e dichiarazioni fatte sui social. Il colpo grosso questa settimana, se così si può dire, l’ha fatto Barbara D’Urso, che nel suo programma della domenica ha intervistato l’ex presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e a seguire l’attuale premier Matteo Renzi. Nessun faccia a faccia, interviste singole, però molto apprezzate, vista l’impennata che hanno fatto i dati sullo share. Nello stesso pomeriggio la Rai ha dato voce ai Cinque Stelle con Luigi Di Maio per il No e Flavio Tosi per il Si, anche se ha fatto più notizia, forse, l’annullamento improvviso dell’intervento del ministro Angelino Alfano a l’Arena di Massimo Giletti.
I fautori del Si il Paese “ha bisogno di un ammodernamento”, un Paese che “per colpa del bicameralismo perfetto paritario ha un sistema legislativo lento e superato”. Per i pro Riforma, la modifica dei rapporti tra Stato e Regioni “aiuterà a velocizzare e unificare tutto, dando così la supremazia dello Stato sulle Regioni, qualora le stesse non trovassero accordi uguali”. Questo soprattutto per quanto riguarda la sanità. Dall’altra parte il No allerta gli italiani che questa riforma “non porterà a nulla di buono”, perché oltre al rischio di una deriva autoritaria che da troppi poteri all’esecutivo, “il nuovo Senato non solo non funzionerà come deve, ma ci saranno molti più rallentamenti di prima”. Una riforma ‘Pasticciata’, così la chiamano Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Silvio Berlusconi. Quest’ultimo, più volte criticato di opporsi a una riforma uguale a quella che aveva proposto nel 2006.
Intanto c’è ancora il mistero sulle dimissioni di Renzi qualora vincesse il No, misteriose quanto il possibile rientro in campo del Cavaliere con Forza Italia, che ha dichiarato però prenderà la sua decisione il 5 dicembre. Il dopo referendum di chi vota No, nel caso vincesse il Si, è apocalittico. Dall’altro canto chi vota No spiega anche che se non passasse questa riforma se ne potrebbe fare un’altra subito con diversi aspetti. Mentre il Si risponde alle critiche spiegando che non si sta votando un Governo o Renzi stesso, ma una modifica importante della Costituzione.
Gli ultimissimi sondaggi danno il Si allineato al No, contrariamente a quelli di pochi giorni fa che davano ancora in vantaggio il No. Rimangono ancora tanti gli indecisi. L’invito da parte di tutti i politici a votare è forte. Anche perché non avendo bisogno di un quorum, questa riforma passerà o meno solo basandosi sul voto di chi è recato al seggio.