Presidente Meloni, il 4 dicembre si avvicina. C’è chi sostiene che questa battaglia serva più al centrodestra per ricompattarsi che al Paese per rilanciare lo sviluppo economico, il lavoro e le altre emergenze sociali. Ma non c’è proprio nulla da salvare in questa riforma Boschi?
“Il 4 dicembre bisogna votare ‘No’ perché questa è una riforma fatta contro gli italiani da una sinistra che pensa che il popolo non debba contare più nulla e debba essere guidato da qualche illuminato. Se dovesse vincere il SI i governi continueranno ad essere frutto di inciuci e giochi di palazzo, non potremo più eleggere i nostri senatori, i parlamentari voltagabbana continueranno a fare quello che vogliono e non potremo dire nulla sulle norme europee. È una riforma che vuole riportare l’Italia indietro di 200 anni e che non cambierà in nessuno modo la vita dei cittadini, ma servirà soltanto a Renzi per mantenere il suo potere e ad espropriare gli italiani della loro sovranità”.
Uno dei nodi più contestati della riforma è il ruolo di totale subordinazione dell’Italia rispetto all’Europa. Ci riferiamo al nuovo art. 117 che recita “La potestà legislativa è esercitata dallo Stato e dalle Regioni nel rispetto della Costituzione, nonché dei vincoli derivanti dall’ordinamento dell’Unione europea e dagli obblighi internazionali”. È davvero in gioco la sovranità nazionale?
“Normare il rapporto tra l’Italia e l’Unione Europea è una delle tante occasioni mancate di questa riforma. Invece di aumentare la sovranità degli italiani, questa legge la riduce e arriva a consegnare nelle mani di un Senato non scelto dal popolo il potere di occuparsi di quelle norme europee decise a Bruxelles da tecnocrati non eletti da nessuno e al servizio delle lobby. Renzi ci racconta poi che questa riforma renderà più simile l’Italia alle altre Nazioni europee. È una bugia e si vede che il premier non ha letto bene la Costituzione tedesca: in Germania la gerarchia delle leggi stabilisce che le norme della Legge fondamentale tedesca (ovvero la Costituzione) hanno la precedenza su tutte le altre. Subito dopo seguono i trattati internazionali e le leggi della UE. Se Renzi avesse voluto davvero dare potere al popolo, avrebbe potuto scrivere nella riforma una norma uguale. Ma non lo ha fatto”.
Se dovessero prevelare i No siete pronti a chiedere le dimissioni di Renzi e a Mattarella di sciogliere le Camere. Per l’Italia è peggio un Nazareno-bis o tornare alle urne con questa legge elettorale?
“La posizione di Fratelli d’Italia è chiarissima: se dovesse vincere il no, Renzi deve rassegnare immediatamente le sue dimissioni. Con il governo dimissionario, bastano due settimane per fare la legge elettorale e poi si deve andare dritti alle elezioni. L’ho detto in più occasioni e lo ribadisco: se il Presidente Mattarella dovesse rivelarsi un Napolitano qualunque e dovesse dare l’incarico al quarto governo non scelto dal popolo, noi chiameremo gli italiani alla mobilitazione”.
Resta il fatto che dal 1980, passando per ben tre commissioni bicamerali, il parlamento tenta invano di modificare la Carta. Se il centrodestra dovesse tornare al governo proverete anche voi a riformarla? In quali punti e come si può intervenire per migliorarla?
“Non è vero, come dice Renzi, che non si può fare un’altra riforma se dovesse vincere il No. Noi vogliamo una Costituzione che faccia contare di più gli italiani e che preveda dei punti fermi: l’elezione diretta del capo dell’Esecutivo sul modello del ‘sindaco d’Italia’ per garantire stabilità e governabilità, l’introduzione del vincolo di mandato per mettere fine alla vergogna nazionale dei parlamentari voltagabbana, l’abolizione del Senato e un Parlamento più snello, un tetto alla pressione fiscale in Costituzione e la possibilità per il popolo di esprimersi con un referendum ogni volta fosse stata in ballo la possibilità di aderire a un’organizzazione internazionale o sottoscrivere un trattato internazionale che prevedeva una limitazione della sovranità”.