“Santa Sofia è cristiana”. “Erdogan maiale”, campeggia poco più in là, sul muro. Scritte che sono pietre. E non scagliate a caso. Sono apparse sui muri di Centocelle, uno dei quartieri della Capitale più popolati da musulmani. A pochi giorni dall’affronto del sultano turco all’Occidente, della basilica cristiana trasformata in moschea. E proprio alla vigilia della festa del sacrificio, che i musulmani celebreranno venerdì 31 luglio, nel quartiere di Centocelle a Roma, di fronte ad una delle più note moschee della Capitale, compaiono scritte contro la Turchia. Gli insulti al presidente Recep Tayyip Erdogan e il riferimento alla chiesa di Santa Sofia a Istanbul, trasformata in moschea, sono stati fotografati dallo staff di Ofcs.report nella mattinata del 29 luglio 2020.
L’area in cui sono state scattate le foto alle scritte sui muri, è una delle zone dove la presenza di musulmani e moschee irregolari è altissima. Durante il tour effettuato presso alcune di questi luoghi di culto, abbiamo avuto modo di constatare (per l’ennesima volta), la totale anarchia regnante nei quartieri della Capitale infestati da luoghi di ritrovo abusivi e della relativa quotidiana affluenza di stranieri.
Non lontano dal luogo dove sono state scattate le foto, negli anni scorsi un intero palazzo è stato acquistato da un’associazione culturale islamica al costo di 4 milioni di euro, tutto finanziato dal Qatar, che dovrebbe diventare una moschea e scuola coranica. La storia è nota, ma i lavori di restauro dell’immobile si sono bloccati. Forse il Qatar ha tagliato i fondi all’associazione. In ogni caso, all’interno della struttura, in attesa del restauro sono stati sistemati alcuni letti. Magari servono agli operai che attendono di iniziare i lavori….
Forse anche nei confronti di tutto questo gli italiani, e in questo caso i romani, iniziano a mostrare segni di insofferenza. E qualcuno ha pensato di insultare il presidente turco che ha lanciato la conquista ottomana in Occidente. A illustrare tale disagio che condividiamo, citiamo una frase di Golda Meir, epico Primo Ministro donna di Israele dal 1969 al 1974, che ebbe modo di sintetizzare il suo pensiero nella frase: “Capisco che gli arabi ci vogliono sterminare, ma non si aspetteranno mica la nostra collaborazione?”.