Svolta in materia di pensioni per forze armate e di polizia. Il 4 aprile è nato il primo Fondo pensione complementare per il personale dei comparti Sicurezza, Difesa e Soccorso pubblico. Si chiama Pre.Si.Di. e si rivolge ad una platea di potenziali aderenti pari a 520.000 unità. Qualcosa che si credeva impossibile è accaduto. Dopo ben 27 anni, grazie all’accordo raggiunto da alcuni sindacati militari e di polizia, è stata costituita ufficialmente la prima forma pensionistica integrativa per i Comparti.
La voglia (di fondo) c’è
Da lunedì, dunque, si aperto un nuovo capitolo e la risoluzione del problema oggi sembra assai più vicina. Si è sempre pensato che l’unica strada percorribile per arrivare ad una previdenza complementare, fosse quella di trovare un accordo durante il rinnovo contrattuale. Sì vero, ma non solo! In realtà la legge in materia di previdenza, l’art. 3 D.Lgs. 21 aprile 1993, prevede anche la possibilità di accordi tra associazioni e sindacati dei lavoratori, purché siano rappresentativi delle parti interessate. In passato, governo sindacati di polizia e Cocer, non hanno dato grande importanza al problema e per quasi tre decenni non è mai stato una priorità.
La mancata costituzione di un fondo pensione per il Comparto Difesa, Sicurezza e Soccorso Pubblico è diventato un argomento, soprattutto dopo la sentenza della Corte dei Conti di Puglia (207/2020) molto popolare tra il personale in divisa, che per la prima volta ha riconosciuto chiaramente le mancanze e i danni a lungo termine causati dal mancato avvio di una previdenza complementare. Da quel momento, sull’onda dell’entusiasmo per la vittoria conquistata, molti si sono aggrappati al treno dei ricorsi nella speranza di una parziale risoluzione del problema.
Pensioni, cosa cambia con il Fondo complementare
Il cast precedente (Cocer) è stato parzialmente sostituito con l’arrivo dei sindacati militari. I nuovi attori, nonostante non abbiano ancora ricevuto pieni poteri per la mancanza di una legge che determini limiti e condizioni di esercizio e l’obbligo di svolgere l’attività sindacale solo al di fuori dell’orario di servizio, sono riusciti in poco tempo a trovare un accordo, al di fuori della concertazione, insieme ai sindacati di polizia. L’associazione promotrice chiederà l’operatività e, tra qualche mese, appena la COVIP darà il via libera, si potrà procedere alla negoziazione del fondo tra i sindacati costituendi, più eventuali interessati, ed il governo.
A proposito del governo, anch’esso si è mosso favorevolmente per la risoluzione del problema, lo dimostra l’art. 26 dell’ultima legge finanziaria, che stabilisce le somme da destinare per i prossimi tre anni per l’avvio di un fondo di previdenza complementare.