Silenziosa, subdola e inarrestabile. Una piaga sociale in continua crescita: la pedofilia. Davanti a questo vergognoso crimine non è possibile formulare giustificazioni. Si può solo cercare di capirlo, arginarlo e combatterlo.
I pedofili non hanno in comune nessuna caratteristica fisica, professione o tipo di personalità. Possono essere di qualunque sesso o razza, e le loro passioni, religioni e professioni sono tanto diverse quanto quelle di chiunque altro. Un pedofilo può apparire piacevole, amabile e benevolo mentre cova pensieri predatori che ha imparato a nascondere.
Nell’immaginario collettivo è quasi sempre un uomo di una certa età, magari in pensione o disoccupato. Nella realtà, invece, le statistiche più recenti indicano come l’abitudine a molestare i minori inizi in questi individui già all’età di 15-16 anni. Molto vicino alle sue vittime e di solito con una buona posizione sociale, può essere il padre, la madre, lo zio, il nonno o un abituale e affettuoso frequentatore di casa. Di fatto, una persona che ha conquistato e ottenuto la completa fiducia del bambino. Il più delle volte è di sesso maschile e prova una forte attrazione per i bimbi prepuberi, cioè di età compresa tra 0 e 13 anni.
Il 30% dei bambini vittime di abuso vengono molestati sessualmente da un membro della famiglia, mentre il 60% viene molestato da un adulto che conoscono che non è un membro della famiglia. Ciò significa che solo il 10% dei bambini molestati sessualmente sono stati vittima di persone assolutamente sconosciute.
Non sempre però l’attrazione erotica verso i bambini si traduce necessariamente in atti sessuali completi. C’è chi si limita a spogliare e guardare il minore e a masturbarsi in sua presenza. E chi si limita a guardare, scambiare o filmare materiale pedopornografico. Materiale che oggi, navigando in internet, può essere trovato e scambiato in maniera abbastanza facile e veloce da ogni capo del mondo.
Perché la Rete offre più di una garanzia a quelli denominati cyber pedofili. Una fra tutti la garanzia dell’anonimato, che da’ la possibilità di contattare e accalappiarle le proprie vittime sotto mentite spoglie. Diverse le tipologie di pedofili che usano la rete, in particolare tre su tutte:
Closet collect: (collezionista isolato) – Soggetto che colleziona pedopornografia scegliendo una categoria in particolare ed è coinvolto direttamente nell’atto e nell’abuso sui minori;
Cottage collector: (collezionista da casa) – Condivide la sua collezione e le sue attività sessuali con altri, ma non ne trae profitto;
Commercial collector: (collezionista commerciale) – E’ coinvolto nello sfruttamento sessuale dei minori e produce, copia e vende materiale pedopornografico.
Sono centinaia di migliaia i bambini coinvolti: dai neonati ai ragazzi di 12-13 anni. Questo, e molto altro, è contenuto nel Report 2015 dell’Associazione Meter Onlus di Don Fortunato di Noto, conosciuto da sempre, anche a livello internazionale, per la sua quotidiana lotta nel contrastare le organizzazioni pedopornografiche. Un documento che rappresenta tutti i numeri “silenziosi” del dolore.
E grazie alla documentazione fornita dall’Associazione Meter Onlus, Ofcs.report vuole puntare i riflettori sui drammatici dati che non fanno che confermare come la pedofilia oggi utilizzi canali diversi rispetto a un tempo. L’esplosione dei social network e degli archivi cloud, mostrano infatti la faccia oscura del Deep Web. Solo nel 2015 il mercato della pedofilia e pedopornografia online non hanno conosciuto sosta: 9.872 siti segnalati rispetto ai 7.712 dell’anno precedente; 3.169 protocolli inviati alla Polizia Postale – Centro nazionale per il contrasto della pedopornografia online (Cncpo). Meter e la Polizia Postale hanno siglato nel 2008 un protocollo di collaborazione. Solo dal 2003 al 2015 Meter ha segnalato 125.365 siti pedopornografici dislocati in tutto il mondo.
Ecco di seguito la mappa:
EUROPA, CONTINENTE ELETTRONICO DEI PEDOFILI – Dove si trovano i pedofili e da dove producono e smerciano materiale? Il podio della vergogna con il 51,92% delle segnalazioni (2.655) va all’Europa; l’Oceania con 1.094 (21,39%) e chiude il terzetto di testa l’Africa con 555 (10,85%). Restano poi le Americhe (437 segnalazioni, 8,55%) e l’Asia (373 segnalazioni, 7,29%). L’Europa si conferma anche nel 2015 il “quartier generale” della cultura pedofila, tutta quella produzione – anche documentale – di propaganda online che vuole giustificare lo stupro di un bambino da pochi giorni di vita a 12 anni d’età come “amore” per i piccoli su basi storiche o pseudofilosofiche.
RUSSIA, MECCA DELLA PEDOFILIA ONLINE – Nel Vecchio Continente sono i domini di I livello (la “targa” nazionale del sito, insomma) .ru, ossia quelli russi, ad accaparrarsi la maggior parte delle segnalazioni. Su 2.655, 1.569 riguardano siti con base in Russia, seguiti dalla Slovacchia (825) e dalla Repubblica Ceca (89). Il Montenegro stacca il quarto posto con 67 e l’Italia è al nono posto con 8 segnalazioni. Una in più è totalizzata dalla Spagna, mentre esistono addirittura domini di I livello intitolati ad una nazione che non esiste più: l’Unione Sovietica (.su), che totalizza 6 segnalazioni immediatamente dopo l’Italia. Nell’elenco appare anche Riunione, dipartimento d’oltremare francese che includiamo – in quanto territorio francese – nell’elenco dell’Europa, pur essendo nell’Oceano Indiano. Tra le nazioni “insospettabili” abbiamo la Svizzera, con 2 segnalazioni. Ultima la Lituania, con 1 segnalazione. Aggiungiamo a margine che i domini generici e specifici segnalati sono 9.872: in testa quelli .com (3.069)
OCEANIA, NUOVA ZELANDA IN TESTA- Passando al secondo continente sul podio della vergogna, l’Oceania vede in testa la Nuova Zelanda con 561 segnalazioni (suffisso .nz), ma diventano 562 se consideriamo anche Tukelau, che appartiene al paese (suffisso .tk). Secondo posto per Tonga (504 segnalazioni) e West Samoa (13 segnalazioni). Seguono infine Isole Cocos (9), Palau (4), l’Australia con 2, e a chiudere Tukelau con 1 segnalazione. Totale segnalazioni: 1.094.
AFRICA, MAURITIUS E LIBIA AI PRIMI POSTI – Il Continente nero totalizza, come si è detto, 555 segnalazioni. Sono le Isole Mauritius a fare la parte del leone (274); segue la Libia, con 171 segnalazioni. È interessante notare come Tripoli, malgrado i problemi politici che sta attraversando, continua ad essere – ed è un trend che si segnala da qualche anno – un Paese gettonato dai pedofili per siti, server e portali “disponibili”. Terzo posto per Mayotte, altro dipartimento francese d’Oltremare a nord del Mozambico: 77 segnalazioni. Al quarto l’Isola di Sant’Elena, terra inglese: 19 segnalazioni. Seguono Gabon (6), Burundi (5), Guinea Equatoriale (2), Uganda (1).
AMERICHE, AL PRIMO POSTO GLI STATI UNITI – Su 437 segnalazioni, il primo Paese del Mondo è anche il primo nel suo Continente a occupare il gradino più alto del podio della vergogna. Gli Stati Uniti d’America hanno totalizzato 381 segnalazioni, seguiti da Saint Vincent e Grenadina (23), Saint Pierre et Miquelon (13), anche questo un territorio francese d’Oltremare confinante col Canada. Avanti con il Suriname (7), Grenada (5), Trinidad e Tobago (4), l’Argentina e il Belize con 2 segnalazioni a testa.
ASIA, INDIA BASE PREFERITA DAI PEDOFILI – Chiudiamo con l’Asia, che totalizza 373 segnalazioni. Primo posto all’India, con 326 segnalazioni; Giappone a quota 24, Cina e Kazakistan con 7, 5 Taiwan, 3 l’Armenia, 1 il Tagikistan.
ARCHIVI TELEMATICI, IL CLOUD AIUTA I PEDOFILI – Adesso gli archivi online sembrano essere più gettonati, ma hanno un difetto: sono più vulnerabili e individuabili da parte di Meter. Ecco l’elenco ufficiale Meter:I social permettono ai pedofili due tipi di godimento: attraverso la parola, perché rendono partecipi gli altri delle loro “imprese”; attraverso la visione, perché il pedofilo grazie al social trova e diffonde le immagini e la loro oscenità.
Questi dati non fanno che confermare come il problema della pedofilia non trovi fine, ma goda purtroppo di ottima salute, nonostante i tanti video e foto sequestrate, dove i contenuti sono particolarmente raccapriccianti. Minori anche in tenerissima età costretti a bere liquido seminale. Altri impegnati in scene di sesso con animali o sottoposti a strumenti di tortura e costrizione.
E gli abusi contro l’infanzia non si fermano solo alla pedopornografia, ma anche alla prostituzione minorile che non esiste solo in Thailandia, paese ormai conosciuto da sempre come il “paradiso sessuale” dei pedofili. Ci sono altri luoghi e altre vittime silenziose.