Paolo Gentiloni è il nuovo presidente del Consiglio. L’11 dicembre del 2016 l’ex ministro degli Esteri è stato nominato dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nuovo primo ministro dopo le dimissioni di Matteo Renzi. Dopo tre giorni di consultazioni, il capo di Stato ha deciso che Gentiloni sarà la nuova guida del Paese fino alle elezioni. Sono in molti coloro che credono sia un continum del Governo Renzi, sarà perché è del Pd, sarà perché molto stretto al ex premier. Fatto sta che Mattarella ha creduto in lui e nella sua figura politica. Ma quale è la storia di Paolo Gentiloni?
Classe ’54, nato a Roma, di famiglia nobile, educazione cattolica, dopo liceo romano ‘Tasso’, Gentiloni fa il suo esordio in politica nelle fila della sinistra extraparlamentare, entrando in contatto con il Movimento Studentesco. Dopo poco tempo fa parte del movimento ambientalista Legambiente di Ermete Realacci e Chicco Testa. In questa occasione diventa direttore della rivista ‘Nuova Ecologia’, diventando giornalista professionista. Grazie a questa esperienza si avvicina a Francesco Rutelli. Quando quest’ultimo viene eletto sindaco di Roma, Gentiloni diventa il suo portavoce. In Campidoglio si fa notare per il suo impegno come assessore durante il Giubileo.
In Parlamento ci entra un anno dopo, nel 2001 con il partito della Margherita. Viene confermato nel 2006, ed entra nel Governo guidato da Romano Prodi come ministro alle Comunicazioni. Dopodiché vede la nascita del Partito Democratico. Nel 2012 si candida alle primarie come sindaco di Roma, ma viene sconfitto da Ignazio Marino e David Sassoli. Dopo essere stato ancora una volta eletto in Parlamento nel 2013, entra nella commissione Affari esteri. Dopo la nomina di Federica Mogherini ad Alta rappresentante dell’Unione Europea, viene scelto lui e diventa ministro degli Esteri nell’ottobre del 2014.
Alla fine, tra i totonomi del sostituto di Matteo Renzi, il suo sembrava quello meno probabile e invece ha vinto su Pietro Grasso, Dario Franceschini e Pier Carlo Padoan. Per l’opposizione è l’uomo di Renzi, una figura poco adatta, anzi una presa in giro nei confronti di tutti gli italiani che hanno votato No al referendum.