La Ong spagnola Proactiva Open Arms, ha reso noto su Twitter di essere a conoscenza della presenza di circa 1000 persone alla deriva al largo della Libia. Il nutrito gruppo di migranti sarebbe stipato in sette gommoni in attesa di soccorso. Il centro di Coordinamento soccorsi di Roma, ha già formalmente comunicato che per le operazioni di salvataggio è competente l’autorità di Tripoli e ribadito, inoltre, che le imbarcazioni delle Ong dirette in zona non sono necessarie né richieste. La Guardia costiera, come previsto dalle convenzioni internazionali, ha diramato un comunicato a tutte le imbarcazioni in transito nella zona di prestare l’assistenza dovuta in stretto coordinamento con le autorità libiche competenti per il tratto di mare interessato.
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Fax della Guardia Costiera italiana inviato alle Ong. Foto profilo Twitter Proactiva Open Arms
Sordi a ogni richiamo, gli equipaggi delle Ong si stanno ugualmente dirigendo verso il luogo segnalato, temendo di essere anticipati nel trasbordo per intavolare l’ennesima sceneggiata che potrebbe, a loro dire, servire a incrinare la volontà del governo in carica di proteggere le nostre coste.
La risposta di Salvini
Dopo la notizia dei migranti presenti al largo della Libia, è subito arrivata la risposta del ministro dell’Interno: “Mille immigrati sui barconi davanti alla Libia? – ha detto Matteo Salvini – Lasciamo che le Autorità libiche facciano il loro lavoro di salvataggio, recupero e ritorno in patria, come stanno ben facendo da tempo, senza che le navi delle voraci Ong disturbino o facciano danni. Sappiano comunque questi signori che i porti italiani sono e saranno chiusi a chi aiuta i trafficanti di esseri umani”.
Le minacce di Open arms
Sempre dal profilo Twitter, la Ong Open Arms fa sapere: “Assisteremo al più grande respingimento della storia del Mediterraneo, eseguito con la forza e contro la volontà delle persone. Troveranno presto altre vie di fuga via terra”.
In questo delicato momento il pugno duro finalmente mostrato dalle nostre autorità spaventa i trafficanti e i loro presunti complici che, non dandosi per vinti, potrebbero tentare di creare qualche incidente per il quale chiamare in causa le responsabilità italiane per le presunte omissioni di soccorso.
Nel frattempo, l’ex presidente della Camera, Laura Boldrini, si è fatto promotore di un appello al Comando generale delle Capitanerie di porto per chiedere l’immediato ripristino delle operazioni di soccorso in mare nei riguardi delle Ong, di fatto invitando a disobbedire alle direttive imposte dal governo.