E’ passato un anno e siamo ancora qui. Trecentosessantacinque giorni trascorsi a raccontare il mondo a modo nostro. Gli eventi guardati con gli occhi di giovani professionisti che hanno cercato di approfondire i temi di attualità in modo consapevole. Dai temi etici del testamento biologico, fino alle inchieste su uranio e amianto, senza dimenticare ciò che accade nelle scuole italiane e per le strade e negli ospedali di città come Roma. Il nostro sguardo, però, è arrivato anche oltre: nelle banlieue parigine e fino in Cina, fermandoci in Ciad, Siria, Iran, Nigeria, Yemen e Stati Uniti. E’ stato un viaggio emozionante e a volte pericoloso, ma mai banale.
In un anno sono accadute tante cose. Il mondo, però, non è cambiato. Anzi, per certi aspetti è rimasto fermo lì dove abbiamo iniziato a raccontarlo. Nonostante siano subentrati nuovi leader al comando di grandi potenze, prendendo il posto di altri, il mondo non è migliore. La guerra in Siria continua. L’Isis, nonostante le sconfitte subite, è vivo e progetta nuovi terribili attacchi in Occidente. Dalla Corea del Nord, invece, arriva l’immagine di un personaggio, che a tratti sembra un fumetto, ma che spaventa il mondo con le sue testate nucleari. E in Italia non va meglio. Tra scandali politici e scarsa comprensione delle difficoltà che i cittadini vivono quotidianamente, la classe politica arranca. L’incapacità dell’Europa di intervenire su temi importanti come quello dell’immigrazione, poi, completa il quadro di ciò che non accade.
Accade, invece, che la vittoria in Francia di un politico che si professa europeista riaccenda per un attimo la speranza di un mondo migliore. La stessa speranza che aveva suscitato Barack Obama alla sua prima elezione a presidente degli Stati Uniti. Già alla fine del primo mandato, però, era apparso chiaro che quell’uomo “diverso” alla fine era come gli altri. Il bis alla Casa Bianca non ha fatto altro che confermare questa sensazione. E adesso, l’America e non solo, si ritrova Trump. Nel bene e nel male è ciò che ci meritiamo anche se, alla fine, anche lui sarà come gli altri. E in parte lo ha già dimostrato con decisioni discutibili riguardo la politica estera.
In Italia, invece, tutto è fermo. Matteo Renzi ha perso il referendum costituzionale e si è dimesso. Poi è ritornato in grande spolvero. Per altri anni, forse anche 20, ritroveremo lui e il suo gruppo in tutte le salse politiche. Da noi funziona così. Nonostante gli sforzi del Movimento cinque stelle, che al momento non ha espresso grandi capacità, la politica italiana resta ancorata alle sue dinamiche. E’ l’Italia, bellezza, e non puoi farci niente!
Dal canto nostro continueremo a raccontare ciò che accade, così come lo abbiamo fatto. E’ stata dura (e per molti aspetti lo è ancora) imporsi nel mondo della comunicazione. Il web, infatti, è una bestia che inghiotte chiunque non lo sappia gestire. Le notizie in Rete viaggiano alla velocità della luce, e non è detto che siano sempre corrette. Spesso siamo caduti, abbiamo sbagliato e siamo tornati sui nostri passi. Mai, però, abbiamo pensato di mollare.
Il merito è di una squadra che crede nel proprio lavoro, dalla redazione all’amministrazione, fino alla proprietà.
I giornalisti che collaborano con Ofcs.report sono emozionanti, appassionati e veri. Molti sono giovanissimi. Ma essere giovani non è sinonimo di incapacità, al contrario.
In questo anno ho provato a guardare il mondo con i loro occhi. Devo dire che mi è piaciuto!
@francescamusac2