“La demenza digitale è la principale causa dell’autismo affettivo e questo porta spesso a una chiusura nei confronti del mondo esterno alla loro cameretta”. A dichiararlo è il professore Alessandro Meluzzi, psichiatra e psicoterapeuta, parlando di alcuni fatti di cronaca che hanno visto figli uccidere genitori.
Professore, recenti casi di cronaca riportano l’attenzione sui ragazzi che uccidono i genitori, ultimo a Ferrara. Ci saprebbe dire cosa accade nella mente di queste persone?
“Ogni caso è a se. In questo specifico di Ferrara lo definirei un vuoto nel vuoto, un uso e abuso di cannabis e cocaina e l’ipnotizzazione dai video giochi. Spesso questo uso eccessivo delle play station, soprattutto nell’età del l’adolescenza, portano a un autismo affettivo. Il sedicenne di Ferrara ha visto nei genitori un impedimento alla sua chiusura, un limite perché loro volevano andasse a scuola. Lui per questo ha avuto una reazione animalesca. Mentre per esempio nel famoso caso di Pietro Maso, il motivo principale erano i soldi, mentre in quello di Erika e Omar il sesso. È il caso di citare Hannah Arendt su Eichmann con ‘La Banalità del Male’ “.
Secondo lei questi ragazzi che uccidono capiscono ciò che hanno fatto?
“Dire il contrario sarebbe come ammettere che siamo incapaci di intendere e di volere, mentre invece devono essere giudicati e puniti. Vero è che in moltissimi casi la coscienza degli eventi non corrisponde con l’autocoscienza di sè nel mondo”.
Esistono delle caratteristiche comuni tra questi giovani ragazzi che compiono questo tipo di delitto?
“Non è proprio così. In generale chi fa cose efferate è colui che non sospetti. Per intenderci, non si presentano tutti come Dracula. Sicuramente la demenza digitale è la principale causa dell’autismo affettivo e questo porta spesso a una chiusura nei confronti del mondo esterno alla loro cameretta”.
Mentre nel caso di Erika e Omar il sesso sembrerebbe essere la risposta al perché hanno ucciso la mamma della ragazza e fratellino….
“Si nel loro caso è stato sicuramente la chiave. Il fattore sessuale favorisce uno sdoppiamento, uno stato di coscienza parallelo. Probabilmente, detto in maniera semplificata, loro vedevano nei genitori di Erika un ostacolo al loro rapporto e alla loro libertà”.
Ma cosa succede nella mente di questi ragazzi una volta compiuto il delitto?
“Tendenzialmente le persone, tutte, dopo aver fatto una cosa prova ad autorazionalizzare e giustificarsi, una frase tipo è ‘Ho perso la testa’ “.
In Usa si sentono spesso casi di figli che uccidono i genitori, perché così tanto?
“Negli Stati Uniti l’uso delle droghe e dei video giochi è spropositato, è sicuramente più frequente che qui da noi in Italia. Ma possiamo dire che ci stiamo allineando al peggio di quella società”.
Esistono dei campanelli di allarme nei ragazzi?
“Si, solitamente sono l’abuso di sostanze, chiusura ambientale, autismo sociale, eccessiva rabbia e molto altro”.
A questo punto lei cosa pensa di poter consigliare ai ragazzi, o agli stessi genitori?
“Dico a tutti i genitori di evitare che i bambini crescano in casa come degli zombie. È importante non solo la qualità del tempo ma la quantità del tempo che si passa con loro dentro e fuori casa passata fuori casa. Non allevate mostri da cameretta, fateli uscire e non perdete i contatti”.