I rapporti tra il mondo della massoneria e quelli del crimine organizzato calabrese sono vecchi di almeno 40 anni; anni nei quali, sospettano gli inquirenti, protetti dal riserbo tipico delle associazioni dei “liberi muratori“, le cosche del reggino hanno scalato le gerarchie massoniche, aderendo o creando ex novo una miriade di logge “coperte” e fuori dall’alveo legale entro cui dovrebbero muoversi.
“I trentacinquenni, i quarantenni dell’epoca – ha spiegato il procuratore capo di Catanzaro, Nicola Gratteri, ascoltato all’inizio di marzo dalla Commissione parlamentare antimafia in un’udienza di cui sono stati resi pubblici solo una ventina di minuti a fronte di un incontro durato oltre un’ora e mezzo -Pensavano di non poter più stare con quella ‘ndrangheta che si interessava solo di abigeato, di guardianie, di trasporto di inerti, delle fiumare, ma di dover contare di più e pensavano al fatto che stavano arrivando soldi per l’autostrada Salerno-Reggio, per la Liquichimica di Saline Joniche, per la costruzione del porto di Gioia Tauro. Volevano contare di più. Allora, crearono la ‘santa’, la prima dote della società maggiore. Perché è stata creata la santa? – si chiede retoricamente il magistrato che da 30 anni vive sotto scorta – perché dovevano contare di più, entrare nella stanza dei bottoni, non più mettersi d’accordo su chi doveva vincere un appalto, ma se doveva essere costruita l’opera e dove, cioè entrare nel potere decisionale della gestione della cosa pubblica. Entrare nella massoneria deviata voleva dire avere a che fare con i quadri della pubblica amministrazione, con medici, ingegneri, avvocati”. E dagli anni ’70, il rapporto incestuoso tra mafia e massoneria si è fatto sempre più stretto, registrando una vera e propria corsa per iscriversi alla loggia “giusta”.
La provincia di Vibo Valentia è quella a più alta densità massonica
“E’ ovvio – dice ancora Gratteri – che c’è una corsa, una gara, soprattutto in zone malfamate, povere.
Pare che la provincia di Vibo sia quella a più alta densità massonica d’Italia. C’è come una corsa a diventare massoni. Allo stesso modo, cambiando l’ordine degli addendi, c’è una corsa a entrare nella ‘ndrangheta, perché ancora alcuni ritengono sia conveniente, che sia un modo per sistemarsi o per trovare risposte che la politica non dà”.