I servizi segreti avevano lanciato l’allarme sul possibile rischio rappresentato dall’influenza degli immigrati nel tessuto sociale già un anno fa. I flussi in arrivo nel nostro Paese, monitorati non solo in termini di presenza terroristica ma anche dal punto di vista dell’impatto sociale, avevano spinto l’intelligence a evidenziare il fenomeno già nell’ultima relazione presentata al Parlamento a febbraio 2017. Nel frattempo il problema si è evidentemente ingrandito e assunto le dimensioni che hanno portato al gesto di Luca Traini.
Il ministro dell’Interno, Marco Minniti, nei giorni scorsi ha proprio detto: “Traini, l’attentatore di Macerata, l’avevo visto all’orizzonte dieci mesi fa, quando poi abbiamo cambiato la politica dell’immigrazione”. Probabilmente riferendosi ai suggerimenti arrivati dai nostri 007 e che sono stati ignorati dalla politica. Adesso che tutto è compiuto e Macerata è diventata il centro del malessere che serpeggia nel Paese, la cronaca non può fare altro che raccontare quello che era già scritto. In questo anno, però, dalla pubblicazione della Relazione dell’intelligence fino ai fatti di Macerata (dalla ragazza tagliata a pezzi fino alla tentata strage di immigrati) la politica ha agito in modo scoordinato e confusionario. Se da una parte Minniti ha tentato di gestire il flusso di clandestini, dall’altra il sistema di accoglienza è risultato fallimentare. Come in tutte le vicende, anche in questo caso la congiuntura con la crisi economica e il rischio terrorismo hanno fatto il resto. E allora ‘America first’ di Donald Trump, nel nostro Paese è diventato “prima gli italiani”.
Anche nella campagna elettorale in corso la politica sta dimostrando di non capire il problema, segnando un ulteriore distacco tra quello che accade davvero nel Paese e quello che invece si percepisce nei “palazzi”.
Per questo motivo proponiamo la parte della Relazione al Parlamento dei servizi segreti che, riletta alla luce di quanto sta accadendo a Macerata, dimostra come l’azione politica di questi anni nella gestione dei flussi migratori è stata completamente fallimentare. Il documento, inoltre, è pubblico e consultabile online.
Estratto documento servizi segreti
“Il quadro della destra radicale ha continuato ad evidenziare divisioni interne e dinamiche competitive, che hanno precluso una più incisiva azione comune, nonostante l’esistenza di alcuni condivisi orientamenti sulle tematiche di maggiore attualità.
Le formazioni più rappresentative, che ambiscono a un accreditamento elettorale, hanno incentrato l’attività propagandistica, rivolta soprattutto ai contesti giovanili e alle fasce sociali più disagiate, su argomenti di richiamo come la sicurezza nelle periferie degradate dei centri urbani, le problematiche economico-abitative “degli italiani” e l’occupazione, nonché la critica nei confronti del sistema bancario e dell’Unione Europea.
In particolare l’emergenza migratoria, ritenuta tra i temi più remunerativi in ter- mini di visibilità e consensi, ha ricoperto un ruolo centrale nelle strategie politiche delle principali organizzazioni che, nel tentativo di cavalcare in modo strumentale il fenomeno, facendo leva sul malessere della popolazione maggiormente colpita dalla congiuntura economica e dalla contrazione del welfare, hanno sviluppato un’articolata campagna propagandistica e contesta tiva (manifestazioni, presidi, attacchinaggi, flash mob) contro migranti e strutture pubbliche e private destinate all’accoglienza, influenzando indirettamente anche la costituzione di “comitati cittadini” di protesta.
Benché lo scenario nazionale rimanga al momento distante da quello di altri Paesi europei − dove la più elevata presenza di militanti neonazisti ha conferito alla prote- sta accenti violentemente xenofobi, talvolta anche contro le locali comunità musulma- ne sussiste il rischio di “contaminazioni”, per effetto emulativo e sulla scia di eventi di particolare clamore, come nel caso di attentati terroristici di matrice islamica.
I principali attori della destra radicale hanno evidenziato inoltre una spiccata proiezione internazionale, in quanto interessati a individuare, ai fini della difesa delle radici etnico-culturali della Nazione, potenziali referenti e alleati in chiave anti-Usa e anti-UE.
Indicative, nel senso, la realizzazione di manifestazioni congiunte con formazioni identitarie europee e il consolidamento dei contatti con omologhi gruppi stranieri, in funzione dello sviluppo di realtà transnazionali, attestate su posizioni filo-russe. Non è mancata l’attenzione degli ambienti d’area per il teatro mediorientale, segnatamente siriano, oggetto di iniziative a favore della popolazione locale e a sostegno del Presidente Assad.
L’area skinhead, referente di circuiti internazionali neonazisti e xenofobi, dopo una fase di attivismo, soprattutto sui temi dell’anti-immigrazione, ha fatto registrare una flessione dell’impegno più prettamente politico. È rimasta quindi prioritaria l’organizzazione di eventi musicali d’area a carattere internazionale, cui partecipano attivisti italiani e stranieri, quale la kermesse Europa Awake, tenutasi a novembre in provincia di Milano. Gli happening, pur avendo uno scopo ludico e aggregativo, sono funzionali al consolidamento dei rapporti con omologhi gruppi esteri, alla raccolta di fondi a sostegno di militanti coinvolti in procedimenti giudiziari e alla diffusione – attraverso i testi delle canzoni – di una propaganda nazifascista e xenofoba. In Alto Adige intanto sono proseguiti i contatti tra locali realtà skin germanofone e analoghe formazioni tedesche attestate su posizioni neonaziste e razziste, che potrebbero, in prospettiva, sfociare in iniziative comuni in tema di contrasto all’immigrazione.
Sodalizi minori, dal canto loro, si sono impegnati in un’attività essenzialmente propagandistica che, connotata da orientamenti oltranzisti, non è parsa comunque in grado di aggregare significativi consensi.
Sul piano previsionale, si ritiene, infine, che continueranno a verificarsi episodi di contrapposizione (provocazioni, aggressioni e danneggiamenti di sedi) con frange dell’estrema sinistra, per effetto sia della mobilitazione concorrenziale su tematiche sociali, da parte di entrambi gli schieramenti, sia delle visioni contrapposte in tema di immigrazione.
In generale, il diffondersi in ambito europeo di istanze populiste e nazionaliste, nonché di sempre più estesi timori ed insofferenze verso la presenza extracomuniaria, tende ad essere percepito tra i gruppi della destra radicale come un’opportunità per accrescere il proprio spazio politico, determinando pertanto un incremento della correlata attività di mobilitazione”.