Oramai l’Italia è invasa dal mercato ambulante.
Abusivismo fuori controllo nelle aree del centro di Roma e nelle più grandi città italiane. Scene di normale quotidianità romana dove i venditori assillano turisti e residenti offrendo merci contraffatte, bottigliette d’acqua, oggetti privi di marchi di conformità europea e tanto altro.
La lotta al commercio illegale
“Qui è tutto abusivo – racconta un “casco bianco”- noi proviamo a contrastarli ogni giorno. C’è un comando apposito che si occupa di questo. Il problema è che l’amministrazione fa quel che può, ma purtroppo è una lotta continua al contrasto, ma non all’eliminazione”.
Da Napoli a Milano, passando per Roma
Insomma, da Nord a Sud l’Italia continua ad essere ostaggio di venditori abusivi che per strada “piazzano” oggetti “made in Cina” o di altra provenienza, cercando di vendere ai turisti e non solo. Bottigliette d’acqua poggiate sopra reperti archeologici dei Fori Imperiali, in attesa di essere vendute per almeno due euro al primo turista assetato. Collanine, giocattoli, stick per selfie e tanto altro ancora. Passeggiando tra le vie più rinomate della Capitale è possibile trovare ogni cosa, e non sempre è necessario entrare in un negozio. Colosseo, Via dei Fori Imperiali, Via del Corso, Trastevere: l’abusivismo è ovunque. La procedura è sempre la stessa: la merce viene acquistata presso capannoni industriali situati nelle periferie delle grandi città. Nel caso di Roma, in via dell’Omo, in zona Tor Tre Teste, dove esistono degli ingrossi amministrati da persone di nazionalità cinese in cui è possibile acquistare a bassissimo costo merce di qualsiasi genere (abbigliamento, intimo, elettronica, casalinghi, giocattoli). Basta spendere una quota minima di 100 euro (considerando che una cover per il cellulare si aggira intorno ai 0,17 centesimi di euro) e lasciare il numero della partita Iva, a volte neanche necessaria.
Dopo le verifiche dell’ottobre 2014, nel quale vennero accertate evasioni fiscali per 1,2 milioni di euro, e del novembre 2015, dove la municipale accertò una evasione della Tari per 5 milioni di euro, poco è cambiato: il business industriale continua a produrre ed esportare merce che finisce nelle bancarelle ambulanti dei commercianti abusivi. Dopo aver acquistato i prodotti, presso questi giganteschi magazzini a ingrosso, ogni commerciante abusivo si reca presso la sua area, una zona dove riuscirà a piazzare la merce acquistata.
Nei diversi centri storici di ogni città l’abusivismo usa sempre le stesse tattiche
Sotto le macchine o in mezzo a cespugli, dentro i tombini o nei contatori del gas: sono questi i nascondigli prescelti dove nascondere rose, stick per selfie, bottigliette d’acqua, cappelli e tanto altro. Si tratta di piccoli “magazzini fai da te” situati in strada, dove poter lasciare gli oggetti che poi finiranno per essere venduti. Come il video postato su Facebook da “Roma Fa Schifo”, dove si vedere un ambulante abusivo che nasconde le sue merci all’interno di un contatore del gas in una delle strade principali di Roma, a due passi da piazza di Spagna, in pieno giorno e sotto gli occhi dei passanti. Insomma un mercato non autorizzato e a cielo aperto.
L’amministrazione e le autorità?
C’è chi riferisce che è “tutto legale”, come alcuni appartenenti alle forze dell’ordine incontrati in via dei Fori Imperiali. Poi c’è chi ci racconta del vero abusivismo, delle leggi che regolano questo business e del controllo che viene effettuato.
Un vigile spiega come funziona e quali sono le leggi che regolano l’abusivismo
“Ci sono almeno due volanti e una motocicletta del comando dei vigili urbani che passano incessantemente per le vie principali di Roma, ma quando i commercianti abusivi le vedono, scappano. Se riescono a prenderli, sequestrano il materiale (sarà di 30 euro totale la merce abusiva) e con un verbale scrivono una multa di 5mila euro. Io mi chiedo – continua il vigile- secondo te la pagano? Come possono pagarla? Ovviamente finisce tutto in prescrizione e il giorno dopo sono di nuovo qui”. Sembra infatti mancare del tutto un indirizzo politico, a livello centrale, per la legalità e il decoro del centro storico. Le leggi ci sono ma non vengono rispettate, i vigili urbani controllano, ma gli abusivi continuano a vendere nelle strade a discapito dei commercianti che lavorano nelle aree limitrofe. Intanto, le nostre città e i nostri monumenti vengono costantemente profanati e deturpati, utilizzati come depositi o vetrine.
A Napoli il mercato del falso non conosce crisi
La zona che circoscrive la stazione centrale di Napoli è un vero e proprio suk abusivo a cielo aperto. A pochi metri, imboccando la strada che porta a Corso Umberto, una delle vie dello shopping più popolate della città, dalla mattina presto ambulanti di colore attrezzati con teli e bancarelle offrono ogni tipo di merce: scarpe, borse e occhiali da sole rigorosamente falsi. E’ tra piazza Mancini e piazza Garibaldi, però, che si concentra uno dei più grandi mercati abusivi. Si tratta di un luogo popolato da decine di venditori che propongono giubbotti, maglie, pantaloni e scarpe che sono perfette imitazioni dei marchi di lusso come Gucci, Louis Vuitton, Prada e Nike.
Il giro della contraffazione
E poi c’è un ampio giro di contraffazione meno visibile, ma molto presente, con un volume d’affari di svariate migliaia di euro. Si concentra soprattutto negli scantinati o nei seminterrati dei palazzi adiacenti alla zona della stazione centrale. Come in Vicolo della Duchesca. Qui in piccoli o medi spazi, costituiti da un unico accesso senza uscite di emergenza, si concentrano i “depositi” del falso, veri e propri ingrossi al dettaglio di merce. Cappotti, giubbini, abbigliamento, calzature e borse dei più svariati marchi. Il tutto è disponibile in diverse taglie, colori, modelli. La clientela è varia. Ragazzini, famiglie con figli e coppie adulte si recano in questi posti come fossero veri e propri negozi e acquistano di tutto a prezzi vantaggiosi. Una piccola pochette a tracolla di colore nero? 350 euro. Eppure il marchio recita Chanel. E una borsa classica modello Hermes color beige? 250 euro.
E ancora: le scarpe Hogan vengono vendute a 70 euro, mentre un piumino invernale Moncler costa circa 100 euro. I giubbini estivi invece non superano mai i 100 euro. Ofcs.report ha documentato il tipo di prodotti rivenduti in questi depositi conosciuti da chi abita tra quelle vie. Capita anche però di essere avvicinati in una delle strade laterali adiacenti piazza Garibaldi. E lì che si presenta uno dei ragazzi “vedetta”, che ha il compito di adescare nuovi clienti e guidarli in questi locali del falso. La Guardia di Finanza in più occasioni ha sequestrato la merce rivenduta nei mercatini o nei depositi della Duchesca, arrestando i detentori del materiale illegale. Ma la contraffazione continua. Quando viene scovato un deposito, automaticamente ne viene riaperto un altro, in un punto differente. Perché in fondo, il falso, non conosce crisi e soprattutto una fine.
di Greta Merigiola e Veronica Poto