I soldati turchi si dirigono progressivamente verso la Libia. La notizia è stata data direttamente dal presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, che ha di fatto dato il via alla guerra nel Paese. I soldati di Ankara, infatti, si schiereranno dalla parte di Fayez al Sarraj, il capo del governo di unità nazionale libico voluto dall’Onu, per combattere contro il generale Khalifa Haftar. Nonostante Erdogan sostenga che i soldati saranno “lì (in Libia, ndr) per garantire un cessate il fuoco, non per combattere”, l’arrivo dei militari turchi innescherà una vera e propria guerra civile.
Nei giorni scorsi, infatti, Haftar ha lanciato un appello al popolo libico per combattere contro l’invasione straniera (precisamente quella ottomana). Il generale ha parlato di jihad per risvegliare il nazionalismo dei libici che pare abbiano risposto alla chiamata dell’uomo forte della Cirenaica. Molte tribù, infatti, avrebbero dichiarato apertamente di essere dalla parte di Haftar. All’appello si è unita anche Aisha Gheddafi, la figlia dell’ex rais, che in un messaggio inviato il 3 gennaio ha anch’essa esortato i libici a combattere contro quella che ha definito “l’invasione turca”. In serata, inoltre, l’ex capo dei servizi segreti di Gheddafi dovrebbe tenere un discorso pubblico. Si tratta di uno dei fedelissimi dell’ex rais che, forse, potrebbe rispondere all’annuncio di Erdogan.
La mossa di Erdogan precede l’arrivo in Libia dei ministri degli Esteri di Francia, Germania, Inghilterra e Italia previsto per il 7 gennaio. Il Sultano, dunque, lancia la sfida e dimostra di non voler aprire a un dialogo sulla questione libica. Ma la missione dei Ministri è nata comunque per fallire. Soprattutto l’Italia, che da mesi ha abbandonato il dossier libico, potrebbe subire le conseguenze peggiori di un conflitto.