Lancieri di Montebello: quei cavalieri che montano ancora a cavallo.
“Ricorda di fare un inchino alla statua di Caprilli, una volta entrato!”. Era stato il consiglio (quasi ordine) di una collega non appena saputo che avresti visitato il Centro Militare di Equitazione a Montelibretti, in occasione di una delle ultime competizioni pre “seconda ondata”. Ma Caprilli e la sua eredità non scompaiono fra il verde, rigoglioso, del polo equestre dell’Esercito Italiano in provincia di Rieti. Perché anche sulla Flaminia Vecchia, alla Caserma “Sabatini” dell’8° Reggimento Lancieri di Montebello, il volto fiero del capitano Federico Caprilli ti accompagna non appena accedi al cortile d’onore.
Mancano pochi minuti alle 8 di un caldo 16 dicembre. Sul piazzale si riunisce un drappello di lancieri pronto per il quotidiano alzabandiera. L’appuntamento forse più importante della giornata militare: il saluto alla Bandiera e l’Inno Nazionale che ricordano la devozione al Tricolore e alla Patria.
“Purtroppo, da quasi un anno all’alzabandiera partecipa ormai un ridotto gruppo di militari, causa le esigenze di distanziamento dettate dall’emergenza Covid-19. Ma, ridotti o no e in piena sicurezza, a certi momenti proprio non si può rinunciare”, afferma il Comandante del Reggimento, Colonnello Giuseppe Cacciaguerra da pochi mesi rientrato dal Libano, dove ha comandato ITALBATT ad al-Mansouri (sud-ovest del Libano) nell’ambito della Missione UNIFIL. Quello libanese (reso ancor più delicato dalla difficile situazione economica e sanitaria del paese dei cedri) è solo uno degli ultimi compiti del Reggimento, ad oggi molto impegnato anche in ‘Strade Sicure’ con gli altri assetti della Brigata Granatieri di Sardegna di cui i Lancieri fanno parte.
L’8° Rgt Lancieri di Montebello è uno dei reparti delle Forze Armate italiane presente praticamente in ogni teatro di guerra, dalle campagne risorgimentali alle più recenti Missioni internazionali di peacekeeping. Ed è l’unico a legare il suo nome ad un fatto d’arme: la Battaglia di Montebello del 20 maggio 1859, che il Comandante Cacciaguerra rievoca nelle sale storiche del superbo circolo ufficiali, luogo oggi tenuto in vita grazie all’impegno (anche economico) dei militari in servizio.
Dalla sospensione della leva (1° gennaio 2015) i costi della difesa hanno subito un profondo ridimensionamento, le caserme non sono più vissute come un tempo e anche i circoli ufficiali hanno perso parte della loro centralità ricreativa nella vita dei reggimenti. Ma sono comunque storia e tradizione alla quale, ai Lancieri di Montebello, non si è voluto proprio rinunciare.
Così come è stato tenuto in vita il carosello storico del Reggimento, altra unicità dell’Esercito since 1884, applaudito ed apprezzato tanto nel corso degli eventi militari quanto durante importanti appuntamenti legati al mondo dell’equitazione, dal celeberrimo CSIO di Piazza di Siena al Fieracavalli di Verona. Il Carosello di Lance è un saggio di abilità equestri e al tempo stesso una fedele rievocazione storica dei movimenti in ordine chiuso della cavalleria dell’Esercito, così come lo è la interamente composta da cavalli dal manto grigio, colore che tradizionalmente contraddistingueva il trombettiere che, al fianco del Comandante ripeteva gli ordini impartiti con precisi segnali musicali.