Inizia il Giubileo, in nome di Allah clemente e misericordioso. In un clima di tensione e paura, la sera della Viglia di Natale il Papa ha aperto la Porta Santa in Vaticano. Il rischio attentati, soprattutto dopo i fatti di Magdeburgo, ha caratterizzato l’evento che si è svolto sotto importanti misure di sicurezza. Anche il giorno di Natale, Piazza San Pietro e parte di via della Conciliazione erano accessibili esclusivamente previo controllo da parte delle forze dell’ordine. E tutto intorno un pullulare di agenti in divisa e in borghese.
I terroristi, quindi, hanno vinto. L’anno in cui si concede l’indulgenza plenaria ai fedeli, evento significativo per la Chiesa cattolica, sarà vissuto con preoccupazione proprio a causa di potenziali minacce che potrebbero arrivare da quell’Islam che porta avanti un culto ossessivo e distorto e che nega ogni diritto di esistenza ad altre fedi. Un risultato che, forse, va ben oltre quello dell’attacco terroristico, seppure sempre anelato dagli jihadisti. Costringere un Paese, e l’Europa intera, a dover vivere le feste di Natale, e non solo, nel timore di attentati, è già una grande vittoria per coloro che puntano alla distruzione dell’Occidente.
Ma tutto questo l’Occidente, sotto pressione psicologica costante, continua a non capirlo permettendo l’islamizzazione dal basso (e non solo), con la complicità anche di quella Chiesa che per il Giubileo invoca la ‘Speranza’.
Il tutto, nella vana illusione dell’integrazione che, i fatti, hanno dimostrato essere quasi impossibile. Anche un personaggio come l’attentatore di Magdeburgo, all’apparenza integrato perfettamente nella società tedesca, si è comportato come coloro che prima di lui hanno compiuto attentati. Vero è che sul profilo dell’uomo andrà fatta chiarezza, ma intanto si fanno i conti con quanto accaduto. Soprattutto, l’Europa fa i conti con i tanto citati ‘lupi solitari‘ che affollano gli incubi degli addetti alla sicurezza. Come individuarli, riconoscerli e fermarli? É il grande dilemma che attanaglia le intelligence europee limitate dai freni del ‘politicamente corretto‘. E così, in questi ultimi 25 anni, data dell’ultimo Giubileo e dell’attacco alle Torri Gemelle che rende il fenomeno ancora più inquietante, in Europa le moschee hanno proliferato. L’Islam si è diffuso e, almeno in Italia, conta oltre 2 milioni di fedeli.
Valutare tutti i profili a rischio o presunti tali è davvero un’impresa ardua. E così si cerca di porre rimedio con gli strumenti che si hanno a disposizione. Tra questi, il web e i social media offrono la possibilità di individuare qualche aspirante terrorista (forse un po’ sprovveduto) che continua a pubblicare contenuti ‘a rischio’ che richiamano alla jihad. Spesso si tratta di giovanissimi le cui pulsioni immature li spingono a divulgare sui social proclami belligeranti contro l’Occidente. A volte per leggerezza, altre per strategie quasi infantili. Qualunque sia il motivo, l’occhio delle Intelligence, che nel web riesce più facilmente e vedere, li intercetta. Bene. Ma non basta. Spingendo l’osservazione fuori dai confini della rete, infatti, si potrebbero scoprire realtà che per scelta ne rimangono distanti proprio per evitare di essere scoperte.
Se Allah è grande, il Dio dei cristiani in questo momento lo è un po’ meno. E chissà tra 25 anni, al prossimo Giubileo, se per celebrarlo bisognerà chiedere permesso a qualche Imam o moschea che magari si troverà a ridosso del Vaticano.