Il Primo ministro spagnolo, Pedro Sanchez, si è incontrato mercoledì sera a Madrid con il magnate ungherese, naturalizzato americano, George Soros. Poche le indiscrezioni sui contenuti dell’incontro, al quale era presente anche il ministro degli Affari Esteri dell’Unione europea, Josep Borrell. Ma, alla luce dell’atteggiamento ostile all’Italia tenuto dal Premier spagnolo durante e dopo il vertice di ieri a Bruxelles, è ipotizzabile che questi sia stato profondamente condizionato dai lauti investimenti che Soros ha dedicato, soprattutto dal 2008, a numerose aziende spagnole in crisi. Da non sottovalutare, inoltre, il ruolo della moglie del Primo ministro spagnolo, Begoña Gómez, 43 anni, esperta di marketing e soprattutto di raccolta fondi per le organizzazioni non governative.
Proprio la decisa presa di posizione del governo italiano contro le Ong operanti nel Mediterraneo, avrebbe infastidito non poco lo speculatore Soros, intralciato nei suoi piani di invasione agevolati dal traffico di clandestini. Ma non solo. E’ di ieri la notizia del crollo in verticale delle donazioni elargite in favore delle Ong operanti nei settori dell’accoglienza. Lo ha rivelato il quotidiano britannico The Guardian che pone l’accento sulla mancanza di copertura mediatica lamentato dalle Ong che, dopo i picchi di donazioni raggiunti con storie lacrimevoli, in molti casi rivelatesi veri e propri “fake”, da alcuni mesi risentono di un tale deficit di finanziamenti, “affaticamento da compassione”, da indurre alla ricerca di nuovi donatori e nuove forme di raccolta fondi.
Ma i guai per Soros non sembrano finire qui
Mentre il nostro Premier, Giuseppe Conte, conclude un accordo sull’immigrazione fondamentale per gli interessi nazionali e il ministro degli Interni, Matteo Salvini, chiede trasparenza alle Ong sui reali finanziatori delle loro attività, da Israele giungono nuove accuse contro il magnate ungherese di origini ebraiche.
Il ministero degli Affari strategici israeliano, Gilad Erdan, ha confermato le accuse per il sostegno economico di Soros a numerose organizzazioni affiliate al movimento di Boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS), un movimento transnazionale fondato su un profondo sentimento anti-israeliano e sostenitore delle azioni internazionali rivolte contro lo Stato e le comunità ebraiche a livello globale. Il movimento Bds è principalmente attivo nelle associazioni pro-palestina, nelle università e nel mondo dello spettacolo ed opera al fine di delegittimare lo Stato ebraico esercitando una pressione costante nel boicottaggio di prodotti e imprese israeliani.
Il Primo ministro Benyamin Netanhyau, in più di un’occasione, si era già espresso contro il miliardario Soros per le posizioni espresse contro il rimpatrio di centinaia di Rwandesi voluto dal Likud e l’appoggio economico fornito al New Israeli Fund, organizzazione impegnata a finanziare le forze politiche anti-governative.