La vita di Gioacchino Verdi, primo maresciallo nocchiere della Nave Bergamini di Taranto, è ancora appesa ad un filo. Il marinaio, rimasto gravemente ferito durante le manovre di ormeggio a causa della rottura di un cavo, ha perso la gamba destra. Secondo una prima ricostruzione, il maresciallo 54 enne è stato colpito dal cavo che gli ha tranciato la gamba di netto, provocandogli anche diverse fratture. L’arto è stato recuperato dai colleghi presenti all’incidente, ma ancora non si sa se i medici procederanno alla ricostruzione ossea.
Sono ore di apprensione per il sottufficiale, dunque, che subito dopo i fatti è stato trasportato nell’ospedale civile Ss. Annunziata di Taranto e ha subito diversi delicati interventi chirurgici. Se in un primo momento si era diffusa la notizia della sua morte, il maresciallo Verdi è vivo e sta combattendo per vivere. “Gioacchino è vivo e lotta come solo un nostromo tenace ed esperto sa fare”, ha scritto su Twitter la Marina Militare. Il Comando di Stato Maggiore segue con apprensione l’evolversi della situazione e ha chiesto al “grande equipaggio della Marina Militare di stringersi con pensiero a sottufficiale e a famiglia”. Messaggi di solidarietà e vicinanza non sono tardati ad arrivare da parte di tutta la comunità militare. “Vi abbraccio in questo momento difficile”, queste le parole del ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, che segue con attenzione i risvolti di questa vicenda.
Anche il Cocer Marina “si stringe a fianco dei famigliari di Gioacchino Verdi di Nave Bergamini”. Per la Marina militare, aggiunge la nota del Cocer, “la sicurezza sul lavoro è la priorità e siamo sicuri che seguiranno gli approfondimenti a riguardo anche per comprendere le cause dell’incidente. Gli uomini e le donne della Marina rimangono speranzosi di avere notizie ufficiali di una buona riuscita degli interventi chirurgici a cui è sottoposto in queste ore”.