Da Napoli, messa sottosopra da “black bloc” in assetto di guerra e militanti dei centri sociali in strada contro il leader della Lega Nord Matteo Salvini, al sindaco Luigi de Magistris che ne ha avallato le proteste, fino al riconoscimento dei due padri gay, l’inchiesta sul Sole24ore, Silvio Berlusconi al McDonald’s e molto molto altro. Anche i fatti di cronaca (e non solo) di quest’ultima settimana, dunque, sono stati ampiamenti osservati e commentati su Twitter fino ad assurgere ad hashtag più in voga.
Per mettere sotto accusa Salvini e la sua comparsata a Napoli, ad esempio, c’è chi, attraverso l’hashtag #maiconsalvini, propone un tweet del 2013 nel quale il leader del Carroccio scriveva: “Napoli…Italia…Boh”, con pronta risposta di @TaniuzzaCalabra: “Salvini…Cervello…Boh”. Passato a parte, il giorno dell’arrivo del leader leghista nel capoluogo campano, @manginobrioches, rammentando il suo programma anti-immigrati, twitta: “Salvini, sai come si chiama quando in un luogo non ti vogliono? Respingimento. Visto quant’è brutto?”. Obiettivamente spassoso @ibico75: “Salvini a Napoli chiede scusa per i cori anti-napoletani: “Ero giovane, ora so che la puzza veniva dai rom”. Il segretario della Lega, però, e in questo caso l’hashtag è #SalviniNapoli, porta avanti le sue ragioni: “Napoli è casa mia, Milano è casa mia, Bari è casa mia”. Palla alzata per @sempreciro (“Ma quanto cazzo paghi di Imu?”), @itsLostGirlttr (“E allora mi sa che ti è appena stato notificato lo sfratto”), e @Davide: “Nomade a sua insaputa”.
Ma le devastazioni di black bloc e centri sociali non potevano certo essere perdonate. @SalvoMonciino, infatti, scrive: “Ma tutti ‘sti geni che stanno distruggendo Napoli hanno mai manifestato con bombe e altro contro la camorra?”. Se ne dubita. Per @FrancescoCoccoT la domanda è un’altra: “Esattamente, quale offesa a Napoli avevano commesso i napoletani i cui negozi i “Movimenti” stanno or ora incendiando?”. Ma, nell’ambito delle stesse vicende, fra gli hashtag risale la china rapidamente #DeMagistris per via dei suoi attacchi a Salvini, la sua legittimazione delle manifestazioni e la sua perentoria asserzione: “Qui a Napoli lo Stato sono io”.@marcocobianchi, giornalista economico di Panorama, non ha dubbi: “Luigi de Magistris è il mandante degli scontri a Napoli”, mentre @ferrarailgrasso si chiede con ironia: “Arrestare de Magistris per insurrezione contro i poteri dello Stato, no? Non è prudente, lo so” (aggiungendo, però, un suo hashtag personale: #salviniènachiavica”. A destra e a manca picchia @VostraEminenza: “Salvini è notoriamente un cretino, de Magistris, che da sindaco spalleggia queste rivolte urbane, è un delinquente politico”. Ma a tagliare la testa al toro è @Rog_2: “De Magistris crede di essere Masaniello. Qualcuno dovrebbe spiegargli, anche con disegni, se necessario, che è un rappresentante dello Stato”. Incontestabile riferimento storico, infine, quello di @vinclem: “De Magistris, non basta chiamarsi Luigi per poter dire “lo Stato sono io”. In definitiva, quelle di Napoli contro Salvini possono essere riassunte parafrasando un famoso film: “Proteste indecenti”.
Fra le tendenze Twitter entra anche #Ancona. Il riferimento è al cavalcavia crollato sull’A14: due morti e tre feriti. Gli internauti, però, la buttano sul qualunquismo. @PAOLO_DE_PIERRO afferma sicuro: “Invece di pensare al Ponte sullo Stretto in sicurezza le nostre strade”. Come se una cosa escludesse l’altra. Ma @ipercritico e @FuffaForte centrano il bersaglio: “Dichiaro ufficialmente aperto lo scaricabarile”, scrive il primo, mentre il secondo si scaglia contro i presunti “tuttologi” della Rete: “Oggi quindi tutti ingegneri civili sul Twitter, eh?”.
E come poteva passare inosservata la presenza di Silvio Berlusconi al #McDonalds di Segrate? @VarrialeEnrico (solo un fake del giornalista sportivo) lancia la sua idea: “Ragazzi, facciamo una colletta e compriamogli ‘sto Milan, perché ormai si è ridotto a pranzare al McDonald’s”, mentre @cinziabfc fa il verso, spiritosamente, al Cav: “Neanche una McOlgettina, cribbio”.
Naturalmente fra gli hashtag più in voga non poteva mancare il #Lingotto, dove si è svolta la kermesse renziana. @ValentinaMeis la liquida così: “Renzi dice che il Pd ha 420mila iscritti. Quelli nei registri degli indagati non ha fatto in tempo a contarli”. @PamelaFerrara la butta, invece, sull’ideologia: “Renzi riparte dal Lingotto. Già il nome ha una chiara connotazione di sinistra”. @eticasolitaria non è soddisfatta dei contenuti: “Il tasso di cazzate sparate al Lingotto impedisce qualsiasi fact checking”. Ma il tweet più efficace lo verga @_pullero parafrasando Pier Luigi Bersani: “Smacchiamo il Lingotto”.
Hashtag in cima alla classifica è anche #povertà. Il Governo, infatti, ha approvato la relativa legge “per venire incontro alle famiglie in difficoltà”, sostiene il premier Paolo Gentiloni. Sull’argomento basta e avanza il tweet di @sempreciro: “È inquietante che in un paese come l’Italia, nel 2017, si faccia una legge contro la povertà. Ma come cazzo ci hanno ridotto?”.
E bastano solo due osservazioni per riassumere il pensiero dei “naviganti” sulla sentenza con la quale il Tribunale di Firenze ha riconosciuto la prima #adozione a due padri gay. Se @serenaspinoso è convinta che “stiamo finalmente diventando un Paese civile” in quanto “famiglia è dove amore c’è”, qualcuno è allarmato per la possibile reazione del fervente cattolico Mario Adinolfi: “Non ho ancora letto dichiarazioni di Adinolfi – scrive @alexiattoni – qualcuno vada a suonargli alla porta per vedere se è ancora vivo”.
Un posto nella speciale classifica Twitter spetta anche a Gabriele #Muccino. L’ex moglie, infatti, parla di violenze subite dal fu marito. Il regista si difende negando e parlando di “vanità” della ex che “infanga omettendo e mistificando”. In questo caso il leitmotiv degli internauti è prevedibile ma niente male. @Avril6667, infatti, afferma: “Se Muccino era violento non so, ma essere costretti a vedere i suoi film, quella sì che è tortura”. Parafrasando uno dei suoi film, “L’ultimo bacio”, @ANFAMEEE fa onore al suo nome: “E bravo Muccino, er regista de “l’ultimo schiaffone”…”.
Hashtag di successo è anche @volodistato, la polemica intorno ai viaggi aerei “istituzionali” dei membri del Governo italiano. Nel mirino il ministro degli Esteri Angelino Alfano, che dallo scorso agosto ha preso 68 voli, 27 dei quali diretti in Sicilia, la sua terra. Definitivo il richiamo di @alexiattoni al film “Johnny Stecchino” con Roberto Benigni: “Il problema della Sicilia? È il traffico aereo”.
L’indagine sul #Sole24Ore, che vede indagato anche l’ormai ex direttore Roberto Napoletano, fa registrare due punti di rilievo. Il primo: Giuseppe Cruciani, conduttore de La Zanzara, si è presentato in studio vestito da galeotto. Il secondo è un tweet scritto da @PamelaFerrara: “Povero direttore Napoletano, era abituato a Sole 24 ore, dovrà accontentarsi di 1 ora d’aria”. Gratuita cattiveria.
Le chicche finali meritano un posto speciale. A #Piazzapulita Corrado Formigli ospita personaggi un pò particolari, tanto che @lucianocapone, del Foglio, twitta: “Interviste a Raffaele Cantone, Luigi de Magistris, il giudice Esposito e Henry J. Woodcock. Un magistrato potevano sentirlo”, mentre @lauracesaretti1, del Giornale, rincara la dose e tira in ballo l’Ente Italiano per le Audizioni Radiofoniche, voce del fascismo durante il Ventennio: “Caro Formigli, chi te lo doveva dire che saresti finito a fare il conduttore all’Eiar?”. La top model Naomi Campbell è apparsa, invece, nel salotto di #Chetempochefa di Fabio Fazio, e qualcuno, rammentando la sua inclinazione alle risse, twitta: “Che poi la Campbell, se non ti mette le mani addosso, sa anche essere simpatica”. Fra gli hashtag anche il @biotestamento, la cui discussione è iniziata alla Camera in un’aula praticamente deserta. “Forse avevano tutti judo”, scherza amaro @rostokkio. Finale dedicato a Paolo Brosio, invitato a Matrix da Nicola Porro. Lo scettico @ArsenaleKappa è meraviglioso: “Brosio a Matrix parla di apparizioni mistiche e dell’onestà di Tiziano Renzi. Vabbè, parliamo di cose reali: che ti ha detto la Madonna?”.