Fino a due giorni fa l’hashtag di maggiore tendenza su Twitter nella settimana alle nostre spalle era #Boschi. Il motivo, ovviamente, sta nella rivelazione fatta nel suo ultimo libro (“Poteri forti. O quasi”) dall’ex direttore del Corriere della Sera, Ferruccio #DeBortoli (altro hashtag in cima alla classifica), secondo il quale l’ex ministro e attuale sottosegretario alla presidenza del Consiglio si sarebbe “interessata” al salvataggio di Banca Etruria (quella dove il papà era vicepresidente), chiedendo all’ex ad di Unicredit, Federico Ghizzoni, di acquistarla (è seguita la smentita della Boschi e l’annuncio di querele, la conferma di De Bortoli e l’assicurazione di non temere le querele, avendone già una sfilza. E poi la seconda smentita di Unicredit e il quasi-silenzio di Ghizzoni. E ancora l’accusa di Renzi a De Bortoli di essere “ossessionato” da lui). Martedì, però, a scavalcare #Boschi ci ha pensato lo scoop di Marco Lillo sul Fatto Quotidiano, e cioè la pubblicazione dell’intercettazione dell’ex premier Matteo Renzi che al telefono col papà Tiziano gli chiede di dire la verità sull’inchiesta Consip, invitandolo, però, a non rivelare che, in occasione di un ricevimento con degli imprenditori, c’era anche la mamma, altrimenti i pm l’avrebbero interrogata. Politica a parte, il maggior numero di “cinguettii” ha riguardato un paio di pronunce dalla Cassazione, un’infelice frase della governatrice del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, ma anche molto molto altro.
Renzi e papà Tiziano
Del caso #Consip e della chiacchierata telefonica fra Renzi padre e Renzi figlio, si occupa @nmonesi, che mette a fuoco un più che legittimo dubbio: “Perdonatemi, ma il sensazionale scoop del Fatto Quotidiano sarebbe che Renzi ha detto a suo padre di dire la verità ai magistrati?”. Non a caso @AlessiaLautone, direttrice responsabile dell’AdnKronos, twitta: “Secondo me Lillo a Matteo Renzi ha fatto un favore”. Sulla stella scia @oiramdivito (“Ma solo a me pare che Renzi abbia fatto un figurone al telefono?”), che poi insinua un dubbio comune: “Poi magari sapeva di essere intercettato, eh”. Se così fosse, però, perché chiedere al padre di mentire sulla presenza della mamma a quel ricevimento? Una furbata per far apparire di non sapere di essere intercettato? Gira la testa. Il tweet definitivo, comunque, è quello di @mauroarcobaleno: “Renzi al telefono al padre: ‘Non ti credo, devi dire la verità’. Eh, se non gli credi tu, non pretenderai che lo si faccia noi”.
De Bortoli versus Boschi
Quanto al caso #Boschi-#DeBortoli, uno dei primi a commentare su Twitter, subito dopo la smentita di Unicredit (“Mai ricevuto pressioni politiche”), è il senatore Pd @stefanoesposito, che così si rivolge ai leader del M5S: “Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista, Unicredit ha smentito pressioni della Boschi. Anche questa volta sciacalli a bocca asciutta”. @vanabeau, nel momento in cui i fuoriusciti dal Pd, Pier Luigi Bersani e Roberto Speranza, hanno chiesto alla Boschi di fare chiarezza, si pone la domanda giusta: “Oltre che smentire categoricamente e mobilitare i suoi legali, che tipo di “chiarezza” vogliono ancora Bersani e Speranza?”. In effetti, come potrebbe smentire un’accusa non basata certo su documenti? Un ulteriore dubbio lo pone @francotaratufo2: “Rispetto De Bortoli, però non capisco perché non ne abbia parlato prima”, mentre @ArsenaleKappa ci scherza su da par suo: “De Bortoli alla Boschi: “Vuoi salire su da me a vedere la mia collezione di querele?”…”. Imperdibile, infine, @giovannigostoli: “De Bortoli scrive un libro sui “poteri forti”. Tutto ’sto casino per un’autobiografia?”
“Valori” in Cassazione
Discussione infinita anche su una sentenza della #Cassazione, che si è espressa sul caso di un indiano sikh che, in nome della cultura del suo Paese di provenienza, voleva circolare con un coltello sacro. Secondo gli Ermellini, però, gli immigrati che hanno scelto di vivere nel mondo occidentale hanno “l’obbligo” di conformarsi ai valori della società nella quale hanno deciso “di stabilirsi”, in quanto “non è tollerabile che l’attaccamento ai propri valori, seppure leciti secondo le leggi vigenti nel paese di provenienza, porti alla violazione cosciente di quelli della società ospitante”. Ed ecco ciò che ne pensa (in romanesco) @IngCorsini: “E ce voleva ’a Cassazione?”. @keeplacalma, invece, legge la sentenza in chiave più politica: “La Cassazione dimette la Boldrini”.
Serracchiani “Salviniana”?
Ha fatto molto discutere, inoltre, ciò che ha scritto la #Serracchiani, secondo la quale “la violenza sessuale è un atto odioso e schifoso sempre, ma risulta socialmente e moralmente ancor più inaccettabile quando è compiuto da chi chiede e ottiene accoglienza nel nostro Paese”. In sostanza, secondo l’esponente del Pd, lo stupro sarebbe peggiore se commesso da un immigrato. In men che non si dica, “Forza Nuova” l’ha arruolata, a sua insaputa, come testimonial per una sua campagna, mentre Roberto Saviano ha invitato il leader della Lega Nord, Matteo Salvini, a candidarla. @CapsicumSatira liquida la faccenda così: “Debora, ma che è? Salvini ti ha rubato la password?”. Il solito @ArsenaleKappa usa i suoi parametri: “Serracchiani travolta dalle polemiche. Che sarebbero più odiose se fatte da profughi”.
Divorzio all’italiana
Ma torniamo in #Cassazione, perché la Suprema Corte ha anche stabilito che l’assegno di mantenimento dopo il divorzio non dovrà più avere come parametro il “tenore di vita” goduto durante il matrimonio ma l’indipendenza e l’autosufficienza economica dell’ex coniuge. @PamelaFerrara giunge a una sua personale conclusione: “Qualcosa mi dice che il matrimonio della Gregoraci (moglie di Flavio Briatore, ndr) durerà a lungo”, mentre @ArsenaleKappa punta il dito su una innegabile verità: “Storica sentenza della Cassazione: sarà più difficile innamorarsi degli uomini brutti e ricchi”. Ma c’è chi, come @pazzorikka, si ricorda del lauto assegno di Silvio Berlusconi all’ex moglie Veronica Lario (2 milioni di euro al mese): “L’assegno di divorzio sarà calcolato sull’autosufficienza e non più sul tenore di vita matrimoniale. Rip Veronica Lario”. In realtà, proprio ieri i giudici hanno respinto il ricorso del Cav confermando la cifra precedente, tanto che @gaddons commenta lo scampato pericolo: “Veronica Lario fa sapere alla Caritas che era un falso allarme”.
Il naufragio di Schettino
Fra gli hashtag di successo anche #Schettino, per via della condanna definitiva a 16 anni inflitta all’ex comandante della Costa Concordia, che 5 anni fa urtò gli scogli naufragando di fronte l’Isola del Giglio e provocando la morte di 32 persone. C’è chi vorrebbe la vendetta di Stato, ma non tutti la pensano allo stesso modo. @eugbev, ad esempio, twitta: “Schettino sarà stato anche un codardo, ma non è un criminale”. Qualcuno ci scherza su. È il caso di @msKittyLiv: “Ciao Schettino, per i prossimi 16 anni divertiti a fare inchini nelle docce del carcere”, mentre @Kotiomkin azzecca la battuta: “Cassazione conferma 16 anni a Schettino. Concordio!”.
Hashtag e chicche
Infine, ecco una sfilza di commenti sugli altri hashtag più in voga. Su #djFabo e la decisione del giudice di approfondire il caso prima di archiviare la posizione del radicale Marco Cappato (che accompagnò Fabo in una clinica Svizzera, dove si diede la morte), @lercionotizie si inventa la notizia dell’anno: “Cappato prenota un weekend in Svizzera con la moglie, ma lei non si fida”. Quanto alle due esplosioni davanti alle Poste di via Marmorata a Roma, attribuite agli #anarchici, difficile dar torto a @bardome (“La notizia è che esistono ancora gli anarchici”), che si abbina perfettamente con il pensiero di @IlCaroLeader: “Ok la pista anarchica, ma anche i Marsigliesi non me la raccontano giusta”. Di tendenza anche Federico #Moccia, condannato per evasione fiscale. @CapsicumSatira lo disintegra così: “Due anni a Moccia per evasione fiscale. Stesso destino di Al Capone, incastrato per un reato minore”. Il reato maggiore, si intuisce, è l’aver scritto dei libri. Il Pd che scende in strada a pulire le vie della Capitale con le #magliettegialle colpisce gli internauti per la presenza di Matteo #Orfini intento a spazzare. @lefrasidiosho non perdonano: “Pensate…oggi scopa pure Orfini”, mentre @Kotiomkin rammenta le colpe del passato: “Renzi in piazza con il Pd romano per ripulire la Capitale. L’ultima volta ci avevano pensato i Lanzichenecchi nel 1527”. A quasi un anno dall’insediamento della giunta grillina a Roma, assolutamente geniale è @lucasoldini_93: “L’Isis rivendica il primo anno della giunta Raggi”. Le #primarielega, che hanno visto la partecipazione di ottomila votanti, inducono @mauriziosia a infierire: “Il numero di votanti alle primarie della Lega è uguale ai voti che ha preso Renzi al bar Mono di Locarno”. Quanto all’incendio del camper nel quartiere Centocelle a Roma, che ha provocato la morte di tre sorelle rom, arse vive, dal profilo @Quirinale è partito il commento del Capo dello Stato Sergio Mattarella: “Crimine orrendo. Quando si arriva a uccidere i bambini si è veramente al di sotto del genere umano”. Infine, la morte del giornalista #OlivieroBeha. Tutti lo hanno salutato elogiandolo, ed è ciò che meritava, ma qualcuno ha avuto il coraggio di sottolineare, con rispetto, anche un’altra verità. È il caso di @lauracesaretti1: “Sul calcio non saprei, ma si può sommessamente dire che sulla politica Oliviero Beha scriveva un fracco di scemenze?”.