Settimana caldissima, su Twitter, quella appena trascorsa, fra elezioni amministrative italiane che hanno fatto segnare la netta sconfitta del M5S, la rinascita del centrodestra e la flessione, non drammatica, del Pd. E ancora le legislative francesi con il trionfo assoluto del partito del presidente Emmanuel Macron e il voto in Gran Bretagna con il clamoroso ridimensionamento del premier Theresa May, che aveva portato gli inglesi al voto con la convinzione di poter rendere la sua maggioranza più solida. A ciò si aggiunge il fallimento dell’accordo sulla legge elettorale e l’audizione dell’ex capo dell’Fbi Comey in Senato.
CINQUE STELLE CADENTI
Uno degli hashtag più in voga, dunque, è stato #Comunali2017. Il flop elettorale del MoVimento 5 Stelle è stato così immortalato da @ercivettone1: “Queste stelle stanno diventando meteore”. @ArsenaleKappa, invece, si è soffermato sulle parole dell’ex premier: “Renzi: “Il Pd riparte dai buoni sindaci”. Quelli non ancora indagati”. @Soppressatira infierisce sui grillini: “Comunque brutta botta per i Cinquestelle. Son passati da uno vale uno a uno ad avercelo”. E lo stesso fa, in meraviglioso dialetto romanesco, @Er_Bipolare: “Che ride’ a guarda’ er risultato delle Comunali 2017 e poi pensa’ a Di Maio e Di Battista in tv convinti de parla’ pe’ conto della gggente”.
CIAO CIAO “TEDESCUM”
La rottura fra Pd, M5S, Forza Italia e Lega Nord, a un passo dall’approvazione della nuova #leggeelettorale simil-tedesca (si fa per dire), ha divertito gli internauti. @oiramdivito la vede così: “Si allunga l’elenco dei successi di Renzi”, mentre @TaniuzzaCalabra collega il fallimento alla pronuncia della Cassazione su Riina: “Cassazione, legge elettorale ha diritto ad una morte dignitosa”. @ArsenaleKappa pensa ci sia ben poco da fare per rimettere in piedi l’accordo: “L’ultima speranza per avere la legge elettorale resta l’irruzione dei jihadisti in parlamento”, e @Kotiomkin è spiritosamente burocratico: “Comunicazione di servizio: l’attuale caos sulla legge elettorale annulla e sostituisce il precedente caos sulla legge elettorale”. @Soppressatira ironizza: “Già pronto un nuovo modello elettorale. Il Pd pronto a proporre quello “testa o croce”…”. Infine, ecco il riferimento storico perfetto di @spinozait: “All’inizio tutti alleati, poi sono cominciati i tradimenti. Più modello tedesco di così”.
IL BEL MACRON
Le elezioni legislative stravinte in Francia dal partito del presidente #Macron, la République En Marche, che al secondo turno potrebbe ottenere fra i 400 e i 445 seggi spazzando definitivamente via i vecchi partiti, ha colpito positivamente molti commentatori “cinguettanti”. @AnnalisaChirico, ad esempio, twitta: “Uno stuolo di eletti fedeli al presidente della Repubblica che non si vedeva dai tempi di de Gaulle. Socialisti asfaltati”, mentre @OGiannino segue a ruota: “Trionfo Macron conferma svolta storica grazie a leader senza macchia contro tutti vecchi partiti ma non antisistema e filo Ue”. Per @gditom si tratta di una vera e propria rivoluzione: “Alla voce “rivoluzione politica” indicare Macron. In un anno ha disintegrato il sistema politico francese con tutte le conseguenze del caso”. Un sorriso, invece, lo strappa @motamanet: “I media italiani fanno un tale tifo per Macron che pure la moglie si chiederà cosa ha di così speciale”.
MAY-DAY
Theresa #May ha illuso il Partito conservatore, portandolo alle urne nella speranza di disintegrare il Labour del “massimalista” Jeremy Corbyn e dare avvio a una Brexit audace. È finita diversamente, coi Conservatori che sono usciti vincitori ma senza maggioranza assoluta e i laburisti in crescita. Gli internauti, però, la buttano in politica italiana. E così @albertoinfelise sfotte l’ex segretario del Pd: “Bersani: “In questo Paese abbiamo rimontato”…”, mentre @Labbufala usa lo stesso stile verso i centristi italiani: “Theresa May cerca alleanze per governare. Casini e Alfano sono in volo per Londra”. Il finale perfetto è quello twittato da @caniovunque “Oh May God””.
RIPROVACI COMEY
Hashtag in cima alla classifica anche #Trump e #Comey. L’ex capo dell’Fbi, infatti, è stato ascoltato dai senatori, ma pur accusando il presidente di essere un bugiardo e pur affermando che la Russia avrebbe influito sul voto americano, in realtà non ha fornito la “pistola fumante” in grado di dare agli avversari di Trump la possibilità di procedere verso l’impeachment, la messa in stato d’accusa del presidente. Comey, infatti, ha ammesso che non ci fu nessun ordine esplicito del presidente di insabbiare l’inchiesta sull’ex Consigliere per la sicurezza Michael Flynn, coinvolto nel “Russiagate”. L’audizione di Comey, dunque, è stata presa di mira, con sberleffo, prima da @Vulcanelios (“Russiagate, Comey: “Trump mi ha rubato la merendina”…”), e poi, più seriamente, da @jimmomo: “Beh, l’unica cosa che è venuta fuori è che Trump ha interferito con la carriera di Comey e Comey non l’ha presa affatto bene”.
BOSS E POLITICA
Su Twitter, però, c’è chi si è scatenato anche per le parole del boss Giuseppe Graviano, il quale, intercettato in carcere mentre parla con un camorrista, sembra affermare che a volere le stragi di mafia del 1993 sia stato, nientedimeno, che Silvio Berlusconi. @ArsenaleKappa commenta rammentando vecchi scandali che hanno coinvolto il Cav: “Stato mafia, Graviano intercettato in cella: “Berlusca mi ha chiesto questa cortesia”. Erano solo stragi eleganti”. @Soppressatira ha un sospetto: “Graviano chiama in causa Berlusconi per le stragi. Ecco perché la Cassazione vuol liberare la cella di Riina”. Imperdibile @spinozait: “Il boss mafioso Graviano: “Ho avuto rapporti con Berlusconi”. Andreotti si era fermato ai preliminari”.
ANCHE LE FORMICHE….
L’attacco in #Iran, con l’Isis che prima ha assaltato il parlamento e poi ha spedito due kamikaze al mausoleo di Khomeini a Teheran, ha indotto il parlamentare e giornalista @CorradinoMineo a twittare l’assurdità della settimana: “Attentati a Teheran. Arabia Saudita, Trump e Israele progettano una guerra contro l’Iran. L’Isis risponde: eccoci, siamo con voi”. Per fortuna c’è @ArsenaleKappa che ci concede una riflessione sdrammatizzante: “I terroristi erano travestiti da donne. In paradiso li aspettano 72 viados”. Ma il finale, di diritto, è riservato allo scandalo dell’ospedale San Paolo di Napoli, dove una donna ricoverata è stata presa d’assalto dalle #formiche. @AvvBrosisky, e forse è meglio così, ci scherza su prendendo di mira il ministro della Sanità: “Formiche nel letto d’ospedale. Lorenzin: “Cosa terribile e indegna”. Non avevano prenotato”. @MeleSimone chiosa parafrasando il titolo del famoso libro di Gino e Michele: “Anche le formiche nel loro piccolo si ammalano”.