Fra gli hashtag di Twitter che nella settimana appena trascorsa hanno fatto tendenza, ce n’è uno che ha occupato un posto di assoluto rilievo. È “#chiattona“. Perché mai? È presto detto. A pronunciare quella parola, nessuna se ne sorprenderà, è stato il governatore della Campania Vincenzo De Luca, il quale, dopo una seduta del Consiglio regionale, parlando coi giornalisti e sentendo una voce provenire dal fondo dell’aula, quella di Valeria Ciarambino, capogruppo del M5S, candidamente ha esclamato: “C’è una signora che disturba anche quando sta a cento metri di distanza, questa chiattona”. Uno dei primi a commentare è @CiranGuccini, che però, avendo la memoria lunga, non va nella direzione che uno si aspetta: “Grillisti “pentacretini” che epurarono la candidata sindaco a Milano perché non telegenica, ora fanno i pirla saccentoni con De Luca”. @TntLuca, invece, non apprezzando lo stile ruspante “deluchiano”, azzarda un paragone niente male: “Comunque credo che De Luca sia il fratello italiano segreto di Trump”. Ma è sempre @CiranGuccini a rammentare un altro peccato dei penstastellati: “Grillo definì Giuliano Ferrara “container di merda” e ora i grillisti chiamano De Luca cafone per aver apostrofato con chiattona una di loro?”. Definitivo @CiccioConsalvo: “Mi dispiace per Crozza, ma le uscite del vero De Luca sono imbattibili”.
Niente male anche un secondo hashtag. Stavolta riguarda il ministro del Lavoro Giuliano #Poletti, che si è prodigato nello spiegare agli studenti dell’istituto Manfredi Tanari di Bologna che per trovare lavoro si creano più opportunità “giocando a calcetto” che non “mandando in giro curricula”. Sarebbe stato possibile, per il grande mondo di Twitter, sorvolare? Ovviamente no. E infatti, giusto per sintetizzare, @IovotonoG si chiede: “Il subbuteo fa lo stesso?”, mentre @ArsenaleKappa, con amara ironia, aggiunge: “Il calcetto nobilita l’uomo”. Infine, c’è chi propone di più. È il giornalista e scrittore @GBGuerri: “Dare un calcetto a Poletti”, non nuovo, fra l’altro, a gaffe di questo tenore.
Due giorni fa il Consiglio di stato ha detto sì al gasdotto #Tap in Puglia, che porterà in Italia il gas dell’Azerbaigian. Naturalmente gli ambientalisti “a prescindere”, quelli che dicono “no” a tutto pur chiedendo progresso e lavoro, si sono scatenati con insulti e manifestazioni a difesa degli ulivi che saranno spostati per realizzare il progetto. A sistemarli, con un semplice tweet, ci pensa @nonexpedit: “Valorosi compagni #NoTap, staccate l’elettricità e tutte le utenze e arrangiatevi con le lampade ad olio. D’oliva, beninteso”. Dategli torto.
Di successo anche l’hashtag riferito al presidente dell’Eurogruppo Jeroen #Dijsselbloem, che in un’intervista al quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung avrebbe affermato che “il Sud spende i soldi in alcol e donne e poi chiede aiuto”. In realtà la frase era ben diversa e non diceva esattamente questo, ma, si sa, i social non attendono. E così @LucaSusic incalza: “Se Dijsselbloem conoscesse le donne e il vino mediterranei, anche lui spenderebbe tutti i suoi soldi per loro”, mentre @FrancescoCoccoT ironizza con leggerezza: “Più che altro Dijsselbloem sottovaluta la capacità dei Paesi del Sud di diversificare gli sprechi”. Parecchio innervosito @antlucig: “Perdoniamo Dijsselbloem, succede di dire cazzate quando ti distruggi di canne nei quartieri a luci rosse”. A chiosare in modo impeccabile, con una citazione, è @LucaGCastellin: “Ho speso molti soldi per alcol, ragazze e macchine veloci. Il resto l’ho sperperato”, firmato, il mitico calciatore George Best.
Anche l’attentato di #Londra è entrato, inevitabilmente, fra gli hashtag della settimana. E non manca il complottista di turno. @ItalObserver, infatti, scrive: “Cioè, adesso mi venite a dire che questo non ha lasciato la carta d’identità nel Suv?”. @GagliardiTweet ne approfitta per infilzare l’autore di Gomorra: “Il profeta Saviano disse che l’elezione di un sindaco musulmano a Londra è la migliore risposta al terrorismo. A Roma diremmo “me cojoni!”.
La carrellata di chicche finali assurte ad hashtag è piuttosto ricca. Innanzitutto il sospetto, lanciato dal Fatto Quotidiano, che il ministro Marianna #Madia abbia copiato buona parte della tesi di dottorato. @ArsenaleKappa non si scompone: “Beh, è ministro della Semplificazione…!”. Anche #Bersani ha scalato la classifica degli hashtag per aver affermato che il M5S è una forza di centro. @ANTIFA_nel_2017 non perdona: “Per me Bersani ha ragione, il M5S è una forza di centro…di igiene mentale, ma pur sempre di centro”. In voga su Twitter anche il #Consigliodistato che ha definito legittime le benedizioni degli istituti scolastici. @spinozait sentenzia da par suo: “Sono le nuove misure antisismiche”. Di tendenza, infine, anche l’hashtag #PapaMilano2017. È @Iddio a mettere meravigliosamente in guardia il Santo Padre: “A San Siro ci è andata bene, Fra’, ma non riproviamoci all’Olimpico, ché lì di Francesco ce n’è uno solo”.