A lasciare il segno su Twitter questa settimana sono stati gli audaci commenti sulla politica estera che, inevitabilmente, hanno per protagonista il presidente degli Stati Uniti d’America Donald Trump o, comunque, le sue controverse scelte. È da lì, infatti, che prendono spunto, stavolta, gli hashtag più di tendenza. Se Barack Obama aveva puntato su provvedimenti per combattere i cambiamenti climatici (convinto, pur in assenza di prove scientifiche che lo attestino, che sia l’opera dell’uomo a provocarli), Trump ha radicalmente invertito la rotta, tanto che, attraverso un ordine esecutivo, ha modificato le norme obamiane sulle emissioni inquinanti delle industrie americane, puntando sulla produzione nelle miniere di #carbone per le centrali elettriche e gli impianti di estrazione di gas e petrolio. Gli internauti non potevano non cogliere l’occasione. E così @ercivettone1, per evidenziare l’anacronismo della decisione di Trump, scrive: “La potente lobby degli spazzacamini sta iniziando a fregarsi le mani”. Allo stesso modo @LiukGrieco: “Trump riaccende il carbone. Pochi mesi e ristabilirà anche la schiavitù negli Usa”. @ArsenaleKappa si butta sulla vera e propria presa in giro: “Allarme di ambientalisti e medici: i provvedimenti di Trump sono ad un livello di pericolosità pari a Big Mac II”. C’è poi chi, come @ibico75, ne approfitta per unire i puntini della politica di The Donald: “Trump riapre le miniere di carbone e le riempie di messicani”.
Anche il secondo hashtag più in voga è stato ispirato da quanto accade oltreoceano. Trump, infatti, ha firmato due decreti propedeutici all’introduzione di #dazi commerciali. Efficacissima, nel suo antiamericanismo viscerale, la sintesi di @ArsenaleKappa: “Gli Usa impongono dazi sui prodotti provenienti dall’Europa. Io li avrei messi sulle caravelle”. Fra le tendenze Twitter anche il #Pentagono. A 16 anni dall’attacco di Al Qaeda all’America, infatti, l’Fbi ha diffuso foto inedite dello schianto del Boing 757, dirottato dai terroristi, sul lato ovest del Dipartimento della Difesa. I complottisti, però, quelli convinti che in realtà il Pentagono sia stato colpito da un missile (magari lanciato dagli stessi americani, sic!), non si arrendono nemmeno di fronte all’evidenza. E infatti @SfigaCatrame twitta con innegabile e complottista efficacia: “L’Fbi diffonde immagini inedite dell’attacco del 11 settembre, ma per un problema del copia/incolla, il Pentagono ha sei lati”.
Fra le tendenze Twitter ha scalato la classifica anche l’ex terrorista “nero” Massimo #Carminati, imputato nel processo “Mafia Capitale”. Interrogato in collegamento video, infatti, “er Cecato” (così chiamato dopo aver perso un occhio nel corso di un conflitto a fuoco coi carabinieri) ha rivendicato, senza cenni di pentimenti, la sua appartenenza: “Io sono un vecchio fascista degli anni ’70 e sono contentissimo di essere quello che sono”. Affermazione che scatena la riflessione cinica di @Bad_Hands: “Cecategli anche l’altro occhio”.
Sotto l’occhio vigile dei social è finita anche l’assoluzione, decisa dal Tribunale di Trani, dell’agenzia di rating Fitch, di cinque tra analisti e manager di Standard &Poor’s e della stessa società, sotto processo per aver declassato di due gradini il rating dell’Italia fra il 2011 e il 2012, provocando una destabilizzazione dell’immagine, del prestigio e degli affidamenti creditizi dell’Italia sui mercati finanziari nazionali e internazionali. Ma chi, in questi anni, ha pensato che davvero contro l’Italia ci sia stato un complotto per colpire il governo Berlusconi, caduto subito dopo, continuerà probabilmente a pensarlo. Ed ecco come li stana @lucianocapone del Foglio: “Ora solo una domanda frulla nella testa dei più sagaci: “E se l’assoluzione per il complotto del rating facesse parte del complotto?”.
Curioso che a smuovere Twitter sia stato anche Albano Carrisi. In questo caso l’hashtag di tendenza è #Satana. Già, perché il cantante, dopo essere stato ricoverato per un malore, ha affermato sicuro: “Avverto la presenza di Satana. La combatto pregando”. Palla alzata per @MMusicademmerda: “Tranquillo, è solo la Lecciso senza trucco”. Successo fra gli internauti anche per #BobDylan, che finalmente, e dopo tanti “no” pronunciati nei mesi scorsi, è andato a ritirare il Nobel per la Letteratura. La sua scarsa voglia di entrarne in possesso, però, è stata immortalata così da @ArsenaleKappa: “Dylan ha accettato di ritirare il Nobel con lo stesso entusiasmo con il quale si accetta un appuntamento per una colonscopia”.
Non è sfuggito a nessuno, inoltre, ciò che Fabio #Fazio ha sostenuto in un’intervista, e cioè che la politica si intromette troppo nella Rai e dunque lui sarebbe disposto a passare anche alla concorrenza. Visto, però, che l’influenza della politica su viale Mazzini è storica, e Fazio sembra accorgersene solo ora che vorrebbero mettere un tetto ai cachet, @IlPaoloGiordano lo stronca così: “Ora Fazio non avrebbe difficoltà a lavorare per Mediaset. Per fargli cambiare idea bastava solo abbassargli lo stipendio”. Hashtag di tendenza anche Alessandro #Di Battista. Il parlamentare del M5S, infatti, è finito nel registro degli indagati, insieme a Beppe Grillo, per aver diffamato, questa l’ipotesi, Marika Cassimatis, la candidata del MoVimento che,dopo aver vinto le “comunarie” on-line, è stata esautorata dallo stesso Grillo. Imperdibile la sintesi di @andr900: “Di Battista, un grillino, indagato insieme al capo dei grillini per aver diffamato una grillina. I grillini daranno la colpa al Pd”. Infine, anche #Amatrice trova una collocazione per la visita del principe Carlo. @404_errore ironizza: “Ma quella gente non ha sofferto già abbastanza?”, ma il tweet brillante è quello di @MaurizioAlba: “Il principe Carlo visita Amatrice: “Faremo qualcosa per voi, però devo sentire prima che dice la mamma”.