a cura di Antonello Ciavarelli – delegato Co.Ce.R. M.M. Guardia Costiera
La notizia ampiamente diffusa dalla stampa della importante attività di polizia che ha visto nella notte scorsa la Guardia Costiera, unitamente a Carabinieri e Polizia, arrestare diversi componente di un clan mafioso di Ostia è la conferma di quanto ormai sia di dominio pubblico: cioè che tale funzione sia sempre più esercitata per il mantenimento della pubblica sicurezza e ordine pubblico.
Rispetto alle Forze di polizia, però, il personale percepisce solo il 30% dell’indennità di polizia giudiziaria. Nell’attuale circostanza della concertazione del Comparto Difesa/Sicurezza, il Governo ed una parte dei sindacati delle Forze di Polizia vorrebbe versare metà degli aumenti previsti sull’indennità di polizia cosiddetta “Assegno Pensionabile”. A causa del fatto di non appartenere al Comparto Sicurezza, ciò farebbe sì che un graduato della Guardia Costiera percepirebbe circa 6 euro netti in più rispetto al parigrado Poliziotto. Ciò potrebbe apparire ingiusto se si guardasse alla solo retribuzione stipendiale “fissa e continuativa”, ma non lo è se si guarda anche alle retribuzioni accessorie.
Si hanno notizie, quindi, che il Governo vorrebbe “cristallizzare”, cioè bloccare, l’aumento dell’indennità di polizia al solo personale delle Capitanerie. Ciò rappresenterebbe un grave precedente perché si discrimina una componente rispetto alle altre.
Da tanti anni, in ogni tavolo contrattuale, rivendico l’assenza del ministro delle Infrastrutture, che di fatto è colui che impiega e paga gli stipendi al personale delle Capitanerie. Se si guarda agli aspetti accessori, nella scorsa notte durante gli arresti agli appartenenti ai suddetti clan, ad esempio, i colleghi di Polizia e Carabinieri hanno percepito in più oltre l’eventuale straordinario, le indennità di servizio esterno e servizio notturno, nonché l’eventuale ordine pubblico. Il personale della Guardia Costiera forse percepirà lo straordinario, se saranno disponibili le necessarie risorse economiche, ovvero forse solo il recupero.
In mare coloro che, oltre a svolgere l’attività di polizia, salvano i naufraghi, percepiscono una indennità forfettaria in sostituzione dello straordinario e altri accessori che ammonta a neanche 3 euro l’ora. Per non parlare del Fondo Efficienza che per le Forze di Polizia è di circa 1300 euro l’anno e al personale della Guardia Costiera, unitamente agli altri componenti del comparto difesa, circa 300 euro. Perché non si pensa anche a queste ingiuste e profonde differenze? Forse il personale delle Capitanerie potrebbe guadagnare circa 6 euro in più al mese, ma nessuno pensa al danno economico che subiscono gli stessi colleghi che operano al servizio dei cittadini?
Più volte ho informalmente incontrato il Ministro del Rio e consegnato delibere nelle quali si chiedevano incontri con la Rappresentanza Militare. A parte la sua gentilezza nei fatti, come rappresentanti, siamo stati ignorati e la condizione mortificante in cui ci troviamo quest’oggi ne è il risultato. Si auspica una ferma presa di posizione del ministro delle Infrastrutture e del Comando Generale, almeno come quella della Rappresentanza militare. Tutto ciò è la ciliegina sulla torta di un contratto che vede già contrari tre sezioni di Co.Ce.R. e sigle sindacali rappresentanti di circa 250.000 uomini e donne.
Oggi, 25 gennaio, verrà presentata la prima bozza delle piattaforme contrattuali che il Governo ha stilato dopo 6 mesi e che vorrebbe far firmare in poche ore. Il caso della Guardia Costiera è l’esempio della necessità di un indispensabile confronto sulle norme e che non è possibile firmare un contratto solo di natura economica.