Sarà l’effetto della nuova Governance italiana o le crescenti pressioni che stanno, di fatto, destabilizzando la leadership di Emanuel Macron. In ogni caso, dopo decenni di immobilismo da Oltralpe cominciano a giungere segnali positivi in merito all’estradizione in Italia di almeno 15 terroristi rossi. La “dottrina Mitterrand” è di fatto superata a tal punto che il ministro francese degli Affari europei, Nathalie Loiseau, si è spinta a dichiarare al quotidiano Le Monde di non “vedere alcuna ragione” per opporsi all’estradizione di soggetti macchiatisi di crimini sanguinosi, delegando la magistratura ad esprimersi caso per caso.
La dottrina Mitterand
L’ex presidente Francois Mitterrand, durante il suo mandato, aveva sancito l’asilo politico agli ex militanti politici che rinunciavano alla lotta armata, negando ogni richiesta di estradizione proveniente, soprattutto, da Spagna e italia. Il ministro Loiseau ha infatti dichiarato che la Francia avrebbe sottovalutato per troppo tempo l’impatto traumatico rappresentato dal fenomeno del terrorismo sia in Italia sia nel Paese iberico, rimanendo indifferente in relazione alla violenza cieca esercitata dai membri delle organizzazioni eversive in Europa.
L’elenco dei terroristi da estradare
Al momento l’Italia ha già presentato una domanda di estradizione per un ex militante dell’estrema sinistra ed una seconda richiesta potrebbe essere inviata nelle prossime ore. L’elenco comprenderebbe, tra gli altri, Giovanni Alimonti, leader delle Br-Pcc, Ermenegildo Marinelli, attivista del Movimento comunista rivoluzionario, Paola Filippi e Luigi Bergamini, ideologi dei Pac, Roberta Cappelli e Enrico Villimburgo, membri della colonna romana delle Br e Giorgio Pietrostefani, dirigente di Lotta continua condannato a 22 anni di carcere per l’omicidio del commissario Luigi Calabresi. A Parigi è in corso una riunione tra membri del ministero della Giustizia francese e gli inviati del paritetico italiano per stilare una lista completa delle richieste di estradizione volute dall’Italia. Nel dettaglio, sarà oggetto di analisi “la legittimità della richiesta, compresa la prescrizione dei fatti e la natura politica del reato”, il tutto in un clima di cordiale collaborazione. In una nota del ministero della Giustizia italiano si sottolinea che lo “scoglio principale è la lotta contro il tempo, rappresentata dalla prescrizione: purtroppo gran parte delle richieste inoltrate nel 2002 non hanno mai lasciato gli uffici del ministero della Giustizia francese. Proprio per questo la delegazione italiana ha chiesto che su tutti i fascicoli si pronunci l’autorità giudiziaria francese”.