Le Forze dell’ordine godono di una grande fiducia da parte degli italiani, ma si trovano alle prese con i tagli della spesa pubblica (-1,4% in termini reali la spesa per l’ordine pubblico e la sicurezza nel periodo 2008-2016, -6,4% la spesa per il personale). Nonostante le nuove assunzioni previste, gli agenti sono sempre di meno e sempre più anziani. Tra il 2008 e il 2016 si registrano 22.000 uomini e donne in meno nei diversi Corpi di polizia (in particolare, 86.000 under 45 in meno). Oggi il 7,8% degli operatori della sicurezza pubblica ha più di 55 anni, mentre nel 2008 gli over 55 erano solo l’1,9%. È quanto emerge dal 1° Rapporto sulla filiera della sicurezza in Italia realizzato dal Censis con Federsicurezza. La ricerca è uno spaccato della realtà che interessa le forze dell’ordine, oggetto sempre più spesso di ingiustizie amministrative e giudiziarie.
Poliziotto condannato a 9 mesi e Rom risarcito con 60mila euro
E’ notizia di questi giorni, e ha creato grande polemica, la vicenda che ha coinvolto un nomade irregolare sul territorio italiano e con precedenti per furto, quale unica attività di sostentamento. L’uomo è stato risarcito dal ministero dell’Interno con circa 60mila euro, in seguito a lesioni subite durante un inseguimento con la Polizia, dopo che lo stesso non si è fermato all’alt, mentre era a bordo di un’auto appena rubata.
“Il poliziotto che ha sparato alle ruote dell’auto per fermare il ladro, poi ferito alla schiena a causa del rimbalzo del proiettile, è stato condannato a 9 mesi, mentre il nomade, ladro, ha avuto un risarcimento di 60mila euro. In Italia delinquere conviene – ha detto Stefano Paoloni, segretario generale del Sindacato autonomo di polizia (Sap) – Sono tanti i nomadi che vivono di furti e che, puntualmente, restano impuniti. Abbiamo enormi falle nell’impianto normativo e l’erogazione di questa somma sul conto corrente di chi delinque, ne è la triste dimostrazione. Il tutto ovviamente – continua Paoloni – a scapito del collega che, oltre ad una condanna a 9 mesi, potrebbe vedersi presto presentare il saldo dalla Corte dei Conti per questo risarcimento. Queste – conclude – sono purtroppo le condizioni in cui siamo costretti ad operare. Occorrono tutele, garanzie funzionali con regole d’ingaggio idonee. Noi dobbiamo garantire la legalità, ma lo Stato risarcisce i delinquenti”.
Scritte Antipolizia a Bologna, Paoloni (Sap): “A chi ci augura la morte rispondiamo con una denuncia”
Un altro capitolo riguarda le minacce che le forze dell’ordine ricevono quotidianamente. Anche in questo caso la cronaca degli ultimi giorni restituisce episodi preoccupanti.
“Acab Sbirri morti”, è il testo della scritta apparsa nei giorni scorsi sulla parete di uno stabile di edilizia popolare, in via Serra a Bologna. Il secondo episodio a distanza di una settimana. Altre scritte contro la Polizia, infatti, erano apparse in riferimento all’agente che si era tolto la vita in Questura.
“Questi sono i risultati di gravissime devianze e ci dimostrano che il pregiudizio contro chi veste una divisa rischia di essere spesso preludio di cruda violenza, soprattutto quando ci compie questi gesti ha la percezione di restare impunito – commenta Stefano Paoloni, Segretario denerale del Sindacato autonomo di polizia (Sap) – qui si inneggia alla morte di uomini ancora prima che di poliziotti. Accogliamo favorevolmente quanto annunciato dall’assessore alla Cultura del Comune di Bologna, ovvero che proporrà all’ente di costituirsi parte civile contro l’autore. Noi faremo lo stesso, presentando subito una querela alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bologna. Come Sap – spiega Paoloni – abbiamo sempre denunciato chiunque irridesse e offendesse la memoria e la dignità dei colleghi e continueremo a farlo. Affinché questi casi non trovino legittimazione alcuna, è importante dissociarsi e denunciare l’accaduto. Chi non lo fa è ignavo e complice. Ci augurano la morte – conclude – ma noi rispondiamo con una denuncia. E’ ora che paghino tutti coloro che non hanno rispetto né per la vita né per le istituzioni”.