“Il comparto Difesa, Esercito – Marina – Aeronautica, profondamente preoccupato per lo stato di salute del Luogotenente Pasquale Fico, delegato Cocer Interforze, dal 14 marzo 2019 in astensione volontaria dall’alimentazione per richiamare l’attenzione della politica sui mancati finanziamenti dei provvedimenti, tra i quali il riordino delle carriere e contratto, condivide i propositi del collega che non sono contro nessuno ma a favore di tutte le donne e gli uomini in uniforme. Il Cocer Difesa è solidale con il collega e lo esorta a sospendere l’iniziativa auspicando che gli appelli del luogotenente Fico, pubblicamente esposti, siano raccolti da chi ha l’onere di dare risposte concrete ad un comparto, quello della Difesa, che merita una maggiore attenzione ed adeguate risorse, certi di un incontro immediato con il Presidente del Consiglio dei ministri prof. Giuseppe Conte”. E’ quanto scrive in una nota il Consiglio centrale di rappresentanza dei militari in merito alla protesta messa in campo dal Luogotenente Pasquale Fico. Il delegato Cocer Esercito, infatti, é in sciopero della fame dal 14 marzo scorso dopo l’incontro con il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta.
Di seguito l’intervento del delegato Cocer Esercito
Signora Ministro,
la ringrazio per l’opportunità che ci offre di discutere alcune delle questioni che interessano il personale militare.
I problemi, come lei sa, sono molti ma due sono particolarmente sentiti e urgenti: la definizione di una legge che regolamenti l’attività sindacale nelle forze armate e la definizione di giusti correttivi al riordino che pongano finalmente fine alle tante sperequazioni mai risolte nonostante siano vecchie anche di decenni.
Cominciamo dal sindacato.
Signora Ministro, non c’è dubbio che ci sia molta attesa tra noi militari. E anche qualche polemica e non pochi timori. Da un lato bisogna dare corpo e concretezza a quella che sinora è poco più di un’idea, una parola: “sindacato”. Diciamolo: nessuno di noi sa cosa veramente sia e cosa veramente significhi per noi militari.
Siamo cresciuti all’ombra del paternalismo delle gerarchie.
La rappresentanza militare fu una conquista importante (e trovo vergognoso che un esponente del suo ministero il Sottosegretario alla Difesa Angelo Tofalo, usi parole di scherno contro di essa e contro i tanti che in 40 anni si sono impegnati anche con sacrificio personale) ma pur sempre nel solco di questa logica che ha segnato tutta la nostra carriera: il comandante sa sempre ciò che è meglio per voi. L’esperienza ci insegna che ciò non è vero.
Il rischio tuttavia è che l’entusiasmo per la novità e l’assenza di modelli consolidati a cui ispirarsi si traduca in un fiorire disordinato di iniziative e sigle concorrenti e in una pericolosa frantumazione dei costituendi sindacati stretti tra l’inesperienza dei molti e il protagonismo di alcuni.
Signora Ministro, lo vediamo già adesso: ogni giorno sentiamo annunciare nuove possibili sigle sindacali che spesso non rappresentano nessuno se non se stesse.
Per non parlare della posizione ambigua dei delegati/sindacalisti i cosiddetti dual-use…
Rischiamo di trovarci tra poco il sindacato dei caporali alpini o dei maggiori artiglieri.
L’autorizzazione ministeriale, pratica a mio parere incostituzionale a mente dell’articolo 39 della Costituzione, da sola non certifica l’esistenza di un sindacato.
E il disordine in cui ci troviamo in questo momento e che sembra destinato a crescere è principalmente a mio avviso responsabilità del Governo che ha rinunciato a farsi promotore di un’iniziativa legislativa organica e inclusiva per cui ad oltre un anno dalla sentenza 120 siamo ancora in mezzo al guado. Anzi in alto mare.
Apro una parentesi Lei ha autorizzato un tavolo tecnico sull’uranio impoverito senza coinvolgere il COCER, come le ho già detto io ho partecipato a tante missioni Libano 1982, Somalia, Kossovo, Iraq, Kabul-Afghanistan, e credo che un coinvolgimento della Rappresentanza Militare le sarebbe stato utile.
C’è poi il capitolo correttivi al riordino.
Da quando mi sono arruolato, nel 1980, più di trent’anni fa, sento parlare di riordini. Un riordino infinito che ogni volta lascia qualche perdita sul campo. Molti di noi stanno ancora subendo le conseguenze negative delle “riforme” tra virgolette del 1995.
Ogni volta con la promessa di correzioni in arrivo. Di un riordino del riordino.
Ci sono ancora centinaia di marescialli che attendono di veder sanate le sperequazioni del passato tra un inutile proliferare di gradi e qualifiche.
Signora Ministro, mettiamo un punto finale a questo balletto infinito e cerchiamo di definire un quadro giuridico che sani prioritariamente le ingiustizie del passato.
Il tavolo tecnico, deve diventare permanente e affrontare in via prioritaria gli squilibri senza cedere alle istanze delle categorie più forti.
Signora Ministro perso atto di quanto detto nel Suo intervento con cui si impegna a perseguire la piena equiordinazione dei Sottufficiali, e che le risorse sono troppo poche e limitate, per quanto mi riguarda sono pronto a iniziare il mio terzo sciopero della fame a Suo sostegno, come già feci a partire dal 1 dicembre 1998 contro il Ministro della Difesa On. Carlo Scognamiglio e dall’8 maggio 2003 contro il Ministro della Difesa On. Antonio Martino.
Signora Ministro le comunico ufficialmente che da oggi sono in sciopero della fame.
Faccio lo sciopero della fame in Suo sostegno Signora Ministro Elisabetta Trenta, fino a quando il Governo Conte, stanzierà più risorse e sani definitivamente le sperequazioni subite dai Sottufficiali delle Forze Armate dal 1995 ad oggi.