I militari potranno iscriversi ai partiti politici. E’ la storica decisione del Consiglio di Stato che ha aperto alla possibilità per le forze armate di appartenere a realtà politiche pur non potendo assumere cariche al suo intero.
Il Consiglio di Stato, infatti, riformando una sentenza del Tar del Piemonte (che nel 2011 accolse il ricorso di un carabiniere scelto), con la sentenza 5845 depositata oggi ha stabilito un principio secondo il quale non è ammissibile la limitazione di un diritto fondamentale di ogni cittadino per un’interpretazione logica o estensiva del divieto di iscrizione a partiti politici a determinate categorie di dipendenti dello Stato.
“Quanto al primo aspetto – spiega una nota del Segretariato Generale della Giustizia Amministrativa – il Consiglio di Stato ha osservato che, pur ammettendo la Costituzione la possibilità di vietare per legge l’iscrizione a partiti politici per determinate categorie di dipendenti, tale divieto deve essere chiaro e testuale, in quanto non può ammettersi la limitazione di un diritto fondamentale di ogni cittadino in via di interpretazione logica o estensiva. Tale soluzione é in linea anche con i principi affermati dal diritto internazionale e sopranazionale, dalla Dichiarazione dei diritti dell’uomo, dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo e dalla Carta europea dei diritti dell’uomo”.
Diversa la conclusione per quanto riguarda l’assunzione di cariche di partito. “In questo caso infatti – si spiega – il militare sarebbe tenuto a manifestare pubblicamente e attivamente la linea politica del partito di cui fa parte, ingenerando nella comunità dubbi sulla neutralità delle Forze armate, sancita espressamente dalla Costituzione”.