La questione delle buche di Roma non è per nulla risolta e l’Esercito proprio non ci sta a trasformare i suoi uomini in operai. La polemica va avanti da settimane e anche dopo l’approvazione della Legge di bilancio la storia non è migliorata. L’inserimento della parola “emergenza” nella manovra, per indicare che l’impiego dei militari sarà solo appunto considerato in circostanze di emergenza, non piace comunque al comparto che promette battaglia. “L’emendamento è stato riformulato aggiungendo il concetto di emergenza per giustificare l’uso dei militari. Ma è soltanto una foglia di fico per giustificare un uso improprio e un po’ umiliante dei soldati – spiega il Luogotenente Pasquale Fico, delegato Cocer Esercito – Ho letto in questi giorni vari commenti online su Facebook di gente che dice: ‘non fanno niente, tanto vale fargli fare qualcosa di utile’. Leggere queste cose è umiliante. Il genio è indispensabile in tutte le operazioni attualmente in corso, all’estero e in Italia. Pensiamo a punto sia essenziale, l’opera dei genieri per proteggere i nostri colleghi dagli ordigni improvvisati e letali, quanto siano essenziali nella individuazione e distruzione delle centinaia di migliaia di mine attive in teatri operativi come il Libano. Pensare di farne degli stradini a buon mercato ci offende e mortifica”.
Cosa prevede il testo
Nel testo riformulato, al commma 933 si legge: “È assegnata a Roma Capitale una dotazione finanziaria pari a 40 milioni di euro per l’anno 2019 e a 20 milioni per l’anno 2020 per interventi di ripristino straordinario della piattaforma stradale della grande viabilità da eseguirsi anche, nei casi emergenziali, con il Ministero della Difesa”. Insomma, la possibilità di usare l’Esercito per riparare le buche della Capitale non sembra affatto scongiurata e i militari sono sul piede di guerra.
Cocer Esercito: “Noi non siamo i tappabuche d’Italia”
“Purtroppo – aggiunge Fico – questa non sembra essere stata un’iniziativa isolata e sconsiderata. Anzi, sia la sindaca di Roma che la sottosegretaria Laura Castelli ne hanno sostenuto l’opportunità e l’importanza. A parte le reazioni negative di cui ha dato conto la stampa nazionale, molti colleghi si sono rivolti a me e ad altri delegati del Cocer per esprimere disagio e meraviglia di fronte a un’iniziativa sorprendente e chiaramente inopportuna. Durante unincontro del Cocer interforze con il ministro della Difesa, avvenuto nelle scorse settimane, ho sollevato al questione per rappresentare il mio disagio e quello di tanti militari ad essere considerati buoni per ogni occasione. Nessuno di noi negherebbe mai il proprio contributo solidale di fronte a emergenze vere e sostanziali. Ma non possiamo noi militari essere considerati, letteralmente, i tappabuche d’Italia”.