Il Movimento 5 Stelle é crollato in Friuli Venezia Giulia, portando a casa solo il 7,2% dei voti e lasciando il passo al candidato della Lega Massimiliano Fedriga che ha incassato ben il 57,14%. Detto questo, non sono stati in tanti a votare con un’affluenza alle urne pari al 49,63 per cento.
Che molti degli italiani si siano stancati del tira e molla dei grillini?
D’altronde la situazione politica italiana negli ultimi mesi sembra una serie televisiva, di quelle che dopo la prima e la seconda stagione aspetti davanti la tv che vada in onda la terza, sapendo già in parte che forse un po’ ti deluderà.
Le reazioni al voto
Nel 2018 i politici parlano con i tweet e non a caso, proprio a Twitter il leader della Lega, Matteo Salvini, ha affidato le sue parole di soddisfazione dopo lo spoglio in Friuli: “Dopo i molisani, anche donne e uomini del #FriuliVeneziaGiulia ringraziano il PD per l’egregio lavoro svolto, e salutano Di Maio & Compagni. GRAZIE!!!!!».
Anche il vincitore di questa tornata elettorale, Massimiliano Fedriga, ha scritto su Facebook: “Il clima era buono, ma nessun sondaggio dava questi numeri: vedere la Lega con la più alta percentuale della storia dà un’enorme soddisfazione anche perché io sono anche il segretario regionale: un simile successo non era mai accaduto”. Esultando Fedriga ha ringraziato la sua gente e la sua terra scrivendo: “Ora al lavoro ascoltando e costruendo”.
C’è da dire che nella ‘guerra’ ci sono tante battaglie e che questa non é una vera e propria sconfitta. Per questo, forse, il leader dei 5 Stelle, Luigi di Maio, ha fatto orecchie da mercante e non ha dato peso al risultato, seppur una Caporetto, del Friuli.
Per Di Maio, Salvini é ormai un’opzione tramontata perché “ha preferito gli interessi di un condannato incandidabile a quelli degli italiani”, riferendosi a Silvio Berlusconi, e ha rilanciato sulle elezioni anticipate, dichiarando che “i partiti hanno pensato solo al loro orticello. A questo punto votiamo a giugno”.
L’ipotesi ritorno alle urne
Indecisioni e incomprensioni politiche stanno mettendo a dura prova la pazienza degli italiani che si sentono sempre meno tutelati e ascoltati. La lotta per il potere ha il sapore di un vecchio film western, misto alla fantascienza, dove dichiarazioni e esternazioni dei politici fanno da grande contorno. Dopo la settimana passata a parlare del neo presidente della Camera, il grillino Roberto Fico, che ha preso l’autobus per andare a Montecitorio, dopo il siparietto di Berlusconi che mimava la lista con le mani mentre Salvini leggeva e dopo le consultazioni con il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che non hanno portato a niente, adesso c’è voglia di capire cosa ne sarà del Paese.
L’ipotesi voto sembra essere la più verosimile. Lo stesso Matteo Renzi, oltre a chiudere una possibile alleanza con il Movimento 5 Stelle, ha dichiarato che “chi ha perso le elezioni non può governare”.