Nella scuola italiana ogni giorno circa 250mila tra alunni e docenti disabili vivono un’odissea personale per poter accedere liberamente in classe. Da Nord a Sud, un semaforo rosso di barriere architettoniche ancora presenti in 2 scuole su 10, con percorsi per i non vedenti praticamente assenti, carenze nella messa in sicurezza dei bagni, assenza di ascensori e norme sul rapporto cubatura-alunni per classe molto spesso violate in nome del principio “classi pollaio: meno docenti, meno costi per lo Stato”. Una fotografia del mondo scolastico che, nonostante gli annunci e i decreti della riforma “La Buona Scuola”, suona come uno schiaffo in faccia alla Costituzione italiana che nell’articolo 34 afferma chiaramente che la scuola è “aperta a tutti”.
Una realtà ampiamente documentata nel Rapporto 2015 “Ecosistema Scuola – XVII Rapporto di Legambiente sulla qualità dell’edilizia scolastica, delle strutture e dei servizi”, uno studio condotto sulle scuole di competenza dei Comuni capoluogo di Provincia (infanzia, primarie e secondarie di primo grado). Il dato relativo agli edifici a norma registrato nel 2015 (80,1%) è addirittura peggiore rispetto al 2011, quando le scuole accessibili si attestavano sull’82,2%. Stesso trend sugli interventi previsti per l’eliminazione delle barriere architettoniche: si passa dal 14,5% del 2011 al 4,9% 2015, come a dire che più passano gli anni meno sono gli interventi per favorire l’accessibilità dei disabili nelle scuole.
Storie come quelle della docente Oriana Fioccone, costretta a entrare a scuola salendo sul montacarichi, non fanno che confermare la scarsa attenzione delle Istituzioni sul versante dell’abbattimento delle barriere architettoniche. Dati confermati anche da un dossier dell’Istat sul mondo scolastico secondo il quale è ancora elevata la quota di plessi scolastici con barriere architettoniche. Una rappresentazione del Paese in cui, come spesso capita, il Sud segna sempre il passo. In questo caso, infatti, è proprio nel Mezzogiorno che troviamo la percentuale più bassa di scuole con scale a norma nelle scuole primarie, il 73%, mentre nelle scuole secondarie è il Centro con l’81,1%.
Nel Mezzogiorno minore presenza di servizi igienici a norma
Sempre nel Mezzogiorno si ha la minore presenza di servizi igienici a norma: la percentuale si ferma al 69,2% nelle scuole primarie e al 74,5% in quelle secondarie di primo grado. Il Nord è invece la ripartizione territoriale con la percentuale più elevata di caratteristiche a norma dei plessi scolastici: l’81,3% di scuole primarie e il 85,7% di scuole secondarie ha scale che rispettano la legge. L’81,6% di scuole primarie e il 84,2% di scuole secondarie ha servizi igienici in regola. Le scuole sono poco accessibili in tutto il territorio nazionale se si considera la presenza di segnali visivi, acustici e tattili per favorire la mobilità all’interno della scuola di alunni e docenti con disabilità sensoriali, oppure, in generale, di percorsi interni ed esterni accessibili. Solo il 26,5% delle scuole primarie del Nord ha all’interno del plesso scolastico mappe a rilievo o percorsi tattili. E la percentuale è ancora più bassa nelle scuole del Mezzogiorno: 15,4%, con percentuali simili nella scuola secondaria. Solo il 15% delle scuole primarie e secondarie di I grado ha dichiarato, nel corso dell’anno scolastico 2015- 2016, di aver effettuato dei lavori per migliorare l’accessibilità dell’edificio, mentre circa il 20% delle scuole in entrambi gli ordini scolastici che dichiara di non aver effettuato lavori pur avendone bisogno.
I mancati interventi sull’accessibilità vanno di pari passo con il tema dell’adeguamento delle scuole agli standard di sicurezza e di accessibilità. Per l’Udir, il sindacato dei dirigenti scolastici, nonostante i 3,5 miliardi di euro stanziati dal Governo Renzi per l’edilizia scolastica, “la maggior parte dei 42.292 edifici scolastici italiani rimangono vetusti e non a norma”. A far riflettere è anche il fatto che, a oggi, dei 42.292 edifici scolastici esistenti, ben 8.450 risultano privi di attività scolastica, perché in ristrutturazione, in costruzione o dismessi.
Eppure la riforma del governo Renzi, “La Buona Scuola”, ha tentato di mettere in moto un cambio di passo in tema di accessibilità e sicurezza nelle scuole. “Non c’è riqualificazione dell’edilizia scolastica senza una particolare attenzione per l’abbattimento delle barriere architettoniche, ed è in questa direzione che va l’azione di Governo“, si legge sul portale #ItaliaSicura che tra i decreti previsti, oltre alla messa in sicurezza e all’adeguamento delle scuole alla normativa esistente in materia di inclusione degli alunni diversamente abili, annuncia 300 milioni di euro per costruire circa 60 scuole a totale accessibilità.
@PiccininDaniele