La Sardegna è stata ancora una volta sfondo per Caex, l’esercitazione novembrina che impegna di assetti di volo dell’Esercito. Non una esercitazione qualunque, Caex è fra le più importanti della Forza Armata poiché testa la capacità di proiezione dell’Esercito nella terza dimensione in coordinamento con le altre specialità.
Dalla sua costituzione negli Anni ’50, l’allora Aviazione Leggera dell’Esercito (ALE) è infatti passata da ruoli di ricognizione ed osservazione per l’artiglieria con gli AB-47 ed i piccoli velivoli ad ala fissa Piper L-18 ed L-21, all’essere una Brigata altamente qualificata dotata di moderni aeromobili ed impiegata, in Patria ed all’estero, per importanti missioni.
Proprio nelle stesse ore in cui Caex II /2022 giungeva a compimento, in Libano il colonnello Innecco subentrava al parigrado Barone al comando di Italair, missione fra le più “antiche” cui l’Italia partecipa e schierata, con aeromobili ed equipaggi, nel sud del Libano in ambito Unifil sin dal 1979.
Caratteristica di Caex è l’elevato realismo del segmento formativo di piloti ed equipaggi, operatori di terra e militari inter Arma che operano a stretto contatto con la componente aerea, muovendosi sia di giorno che in notturna quando la scarsa visibilità rende ardua l’azione tanto a chi vola quanto a chi opera a terra.
Sono stati circa 1000 i militari impegnati nell’attività addestrativa, forti dell’appoggio di elicotteri multiruolo UH90 ed AB205, trasporto tattico Chinook CH-47 e di elicotteri d’attacco (in Italia “Elicottero da Esplorazione e Scorta”) AH-129 “Mangusta”.
Scopo di Caex è raggiungere la FOC (Full Operational Capability), cioè la perfetta integrazione ed inter operabilità (usando un termine del gergo militare) fra le componenti impegnate in volo e degli assetti di Fanteria Aeromobile. Obiettivo raggiunto che palesa, oltremodo, come l’AVES e la specialità aeromobile rappresentino oggi un elemento fondamentale nell’ambito della difesa e nel più ampio contesto dell’Alleanza Atlantica. La Friuli, invece, ha un’altra configurazione e il Generale di Brigata Massimiliano Belladonna come Comandante.
Attualmente, ma dall’1 febbraio cambierà ancora, l’Aves si articola su: Brigata Aves (da cui dipendono 1º, 2º, 4º rgt e 21º e 34º distaccamento e 28º gruppo), Brigata Sostegno, Centro Addestrativo, 3º REOS e, da febbraio di quest’anno, la Brigata Aeromobile “Friuli” (da cui dipendono, fra gli altri, il 5º e il 7º rgt, il 66º rgt fanteria aeromobile e l’87º Recosutat).
La mobilità aerea implementata negli anni dalle aviazioni dell’esercito dei membri Nato, affonda le sue origini in un concetto ampiamente sviluppato nel corso della Guerra in Vietnam quando l’elicottero, per la sua grande versatilità ed impiego all terrain, si dimostrò mezzo indispensabile per raggiungere rapidamente il campo di battaglia, schierarvi un’intera unità con il supporto delle armi di reparto della fanteria (mitragliatrici di squadra e mortai), esfiltrare personale isolato o ferito.
“Lo scenario, di elevato realismo, ha comportato la condotta di operazioni aero-meccanizzate ed aeromobili, diurne e notturne. A corollario dello sforzo principale, sono state consolidate tanto le capacità logistiche di supporto al combattimento, quanto quelle specialistiche” si legge nel comunicato della Forza Armata.
La capacità aeromobile, insieme al mountain warfare e a quella anfibia, rappresenta una delle fondamentali skills di ogni esercito contemporaneo, che supera la divisione concettuale “terrestre, aereo, marittimo” per fornire, in caso di necessità, immediato e professionale supporto operativo alle operazioni. Con sede comando a Viterbo, la Brigata AVES è articolata su tre Reggimenti. L’attuale Comandante della Brigata è il colonnello Antonio Villani.
(Foto: elicottero NH – 90 dell’AVES impegnato nell’esercitazione CAEX II:2022. Fonte: Esercito)