L’articolo dei giorni scorsi pubblicato su questo sito circa i rapporti tra rappresentanza militare e Governo ha avuto, tra l’altro, l’effetto sulla stampa di una interpretazione particolarmente inesatta nei confronti del ministro della Difesa. L’aspetto positivo, però, é che consente di ritornare sulle stesse questioni in modo da approfondire il tema del riordino delle carriere nonché del contratto in modo ancora più esplicito.
Durante l’incontro avuto lo scorso 24 maggio a Palazzo Chigi tra Ministro e Presidente del Consiglio, vi fu un impegno di quest’ultimo (senza garanzia di successo) di recuperare 200 milioni di euro dalla Finanziaria per i cosiddetti “correttivi al riordino delle carriere”, posticipando i termini del provvedimento dal 30 settembre al 31 marzo. Ad oggi, in merito non si sa nulla e quindi si sta procedendo con i lavori come se niente di ciò che era stato detto accadrà.
In merito alla concertazione, il Presidente Conte promise di aprire i lavori entro il 30 giugno scorso. Si è a conoscenza del successivo impegno del ministro della Difesa e del Presidente del Consiglio in tal senso. Si sa che diversi sindacati di polizia sarebbero a favore dell’apertura della concertazione. Invece, passato il 30 giugno, i pochi fondi stanziati per il contratto, sono stati dirottati al Fondo Efficienza e la concertazione tanto auspicata sarà solo normativa. Anche i non esperti però sanno che un minimo di fondi servono comunque. Durante la scorsa riunione del 18 luglio con i rappresentanti dello Stato Maggiore della Difesa e del Gabinetto del Ministro, ci veniva detto che la causa di ciò era l’amministrazione della giustizia. Per pochi giorni, infatti, non era stata in grado di fornire i numeri degli iscritti ai sindacati ai fini della partecipazione alle procedure concertative. Basta avere un po’ di esperienza perché questa tesi dia l’impressione di presa in giro.
Per questo motivo ho lanciato una richiesta/provocazione: un solo provvedimento, il riconoscimento del ruolo negoziale al Cocer. Ciò per 2 motivi: a) la successiva concertazione sarà quella “consistente” dove si lavorerà sia sugli aspetti economici che quelli normativi; b) se è vero che c’è una volontà politica nel riconoscere la rappresentanza sindacale, quale migliore occasione se non quella di ipotecare da subito un ruolo al di sotto del quale la nuova legge sul sindacato non potrà andare?
Un fatto è certo, inspiegabilmente il Governo non si è messo d’accordo nel procedere all’apertura della concertazione economico/normativa tanto attesa e fondamentale per il personale militare. Nel rispetto degli uomini in divisa che servono e rappresentano lo Stato, il Consiglio dei Ministri doveva convocare i rappresentanti del Comparto come previsto dal Decreto legislativo 195/95 (art. 8 bis) e spiegare i fatti con onestà intellettuale. Almeno questa forma di considerazione ce la meritavamo.
Riceviamo e pubblichiamo
Antonello Ciavarelli, delegato Cocer Marina