Con la legge Di Paola, nome del Ministro che l’ha proposta, il personale delle tre Forze Armate è in riduzione da 180.000 a 150.000. A distanza di pochi anni tale legge si sta manifestando come un cancro incurabile. In ambito Marina Militare sono note le difficoltà di comporre equipaggi sulle navi al punto da considerare la “rottamazione” di navi ancora efficienti. Altresì il personale oltre i 50 anni è spesso reimpiegato in contesti particolarmente operativi.
Tra le conseguenze negative di tale legge, si è manifestata come una metastasi la messa in discussione dei limiti di età del personale impegnato nei servizi di guardia e ispezione. Con apposita lettera a tutti gli alti Comandi a firma del Sottocapo di Stato Maggiore della Marina, in relazione alla situazione anagrafica del personale, i turni di ispezione cosiddetti auto-compensanti/turnisti saranno effettuati senza limiti di età. Altresì per un anno si intende sperimentare la volontarietà nel proseguire i turni oltre l’attuale limite dei 50 anni di età.
Diverse sono state le reazioni dei colleghi manifestate sui social, e come un tam tam anche sui telefoni cellulari. Ci sono espressioni di rabbia, sfiducia e per fortuna anche di ironia con foto satiriche di anziani in divisa o vestiti da marinai. Chi ha lavorato una vita sente la necessità che ad un certo punto arrivi il termine definitivo di fastidiose turnazioni, che per almeno 30 anni assillano il personale non dirigenziale soprattutto nei periodi festivi. Inoltre, non si comprende se per la categoria Ufficiali tale opportunità di partecipare volontariamente ai turni di guardia oltre i 50 anni è data anche ai Capitani di Vascello (Colonnelli). Questioni che si vanno ad aggiungere alla ancora non equa distribuzione delle ore di straordinari da assegnare alle diverse categorie. Straordinari che in Corpi come i Carabinieri e la Polizia sono pagati spesso al 100% senza ricorrere all’istituto del recupero compensativo (se non richiesto).
Ci si chiede anche se un militare di oltre 50 anni possa assicurare l’efficienza di un servizio di Guardia/Ispezione dopo che per anni ha svolto turni di notte in navigazione che hanno comportato già diverse cause di servizio anche aggravate. In particolare, su quest’ultimo caso si potrebbe rispondere che è su base volontaria. Diverse volte abbiamo sentito parlare di “volontarietà condizionata”. Indirettamente tanti sono i motivi per accettare il prorogarsi di tali sacrifici. Ad esempio, gli esecutivi spesso, non vedendosi pagati gli straordinari, sono disposti ad accontentarsi dei pochi spiccioli derivanti dai compensi forfettari di Guardia (3 euro all’ora in sostituzione dello straordinario). Inoltre, nella migliore delle ipotesi, tale proroga potrebbe essere una “opportunità” per meritarsi qualche elogio per chi all’età di 50 anni ad esempio ancora non è riuscito a raggiungere il grado apicale. Allo stesso tempo queste ed altre situazioni metterebbero in crisi coloro che non ritengono opportuno svolgere questi turni per motivi familiari e non.
Il punto fermo da tenere in considerazione è che le generazioni di “Marinai” si sono tramandati nel corso dei decenni il concetto che l’anzianità fa grado e che la condizione professionale e morale vada migliorando con il passare degli anni. Eppure, si sono avuti segnali evidenti che dicono che la strada da percorrere non è quella di continuare a chiedere sacrifici incondizionati al personale e le loro famiglie. A causa di una particolare esposizione a fatiche fisiche derivanti dai tanti anni di navigazione molti stanno chiedendo il riconoscimento del transito all’impiego civile o alla pensione anticipata. Questa lettera certamente non tranquillizza gli animi se non per il fatto che è firmata da un ammiraglio la cui sensibilità per il personale è storicamente riconosciuta.
Il Co.Ce.R., con una recentissima delibera, ha proposto di razionalizzare i servizi e al contempo dedicare personale apposito per assicurare le guardie. Evidentemente tale lettera non trova riscontro con quanto chiesto. La strada maestra deve essere quella che ha intrapreso da pochi mesi lo Stato Maggiore Marina e da anni il Co.Ce.R., cioè di aumentare gli arruolamenti di tutti i ruoli e bloccare la famigerata legge Di Paola. Se ci deve essere una volontarietà da parte del personale dovrebbe essere quella di accettare incentivi ad andare in pensione prima di essere “colpiti” dai limiti di età in modo da abbassare l’età anagrafica.
Dall’esperienza in questo campo posso affermare che, se in breve non ci sarà un cambio di rotta in questo senso, altre metastasi anche più gravi di quella descritta potrebbero colpire senza rimedio le Forze Armate, con danni incalcolabili anche per la sicurezza della Nazione.
***Antonello Ciavarelli, delegato Cocer Marina
Delibera numero 035