Alla fine il rinnovo del contratto Sicurezza e Difesa per il triennio economico e normativo 2016/2018 è stato firmato. Dopo settimane di trattative e malumori pesanti all’interno delle rappresentanze di forze armate e polizia, nella notte la linea del governo è passata. Una linea che ha, come unico scopo, quello di fare campagna elettorale, come più volte denunciato dagli stessi Cocer e sindacati di polizia.
Nella notte appena trascorsa, infatti, con la convocazione urgente dei ministri Pinotti, Orlando, Madia e Minniti, si è compiuto l’ennesimo scippo ai danni di coloro che si occupano della nostra sicurezza.
Nonostante il governo tenti di far passare il rinnovo del contratto (fermo da 8 anni) come un successo, le dinamiche che hanno portato a questa firma raccontano un’altra storia.
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Il contratto non è stato sottoscritto dal Cocer Marina e Aeronautica perché, si legge in una nota dei rappresentati del Cocer Marina, “abbiamo voluto tutelare la dignità del nostro personale ed il nostro ruolo di rappresentanti, così come ci è stato chiesto dai colleghi in divisa. Il Governo ha aperto le trattative a fine luglio salvo ripresentarsi dopo 5 mesi di assenza in prossimità del Natale. Le cifre appostate sul contratto sono state da noi subito definite insufficienti; per questo il Co.Ce.R. Marina ha concentrato l’attenzione sulla necessità di discutere e riordinare alcune fattispecie normative di interesse primario per il nostro personale, che sono sfociate nella piattaforma inviata alla Funzione Pubblica. La vera trattativa è iniziata l’11 gennaio e da subito è stato chiaro che al Governo interessava chiudere rapidamente la sola partita economica, forse per ottenere facile consenso elettorale, rinviando ad una seconda fase la discussione sugli aspetti normativi. L’urgenza e la rapidità imposte hanno lasciato le nostre richieste inascoltate e l’attenzione è stata principalmente data ai sindacati di Polizia, peraltro spaccati sull’approvazione. Insufficiente l’introduzione di una norma per la concertazione di secondo livello, che si esplicherà in un mero parere riguardante la suddivisione del Fondo di Efficienza; di fatto siamo di fronte alla mancata attuazione del ruolo negoziale previsto dalla Legge sulla specificità”.
E ancora: “Abbiamo chiesto fino all’ultimo di avere un valido motivo per firmare, ma il Governo è stato sordo. Un’importante ma non risolutivo impegno sulle missioni estere delle unità navali, non poteva essere sufficiente. L’atto finale è stato far appore la firma, a notte fonda, con la convocazione urgente dei Ministri, senza la preventiva e doverosa lettura del documento finale da sottoscrivere”.
Il Cocer Marina poi avverte: “Così come previsto dalla Legge invieremo al Presidente del Consiglio le ragioni specifiche del nostro dissenso. Da oggi si volta pagina e chiediamo l’apertura urgente del tavolo per la coda contrattuale durante la quale il Co.Ce.R. Marina porterà ancora avanti le sue istanze e vigilerà sulla piena attuazione degli impegni presi, con qualunque Governo uscirà il 4 marzo dalle urne”.