Dopo 10 giorni dalla firma per il rinnovo del contratto di forze armate e polizia il governo latita sulla prosecuzioni dei lavori. Al momento, infatti, nonostante la richiesta di una convocazione delle parti sociali presso la Funzione Pubblica nulla si è mosso.
Durante le trattative riguardanti il contratto stipendiale dei militari e poliziotti, il governo promise di voler continuare i lavori dopo una prima firma per poi procedere alla stesura di norme con i fondi stanziati per la cosiddetta specificità da recepire con la coda contrattuale. Ma questo non è ancora avvenuto.
Come noto, il motivo del contendere tra delegati Co.ce.r., sindacati di polizia e rappresentanti del governo si è sviluppato sulle risorse relativamente scarse, ma soprattutto sul perché dopo 9 anni non si è voluto procedere a scrivere nuove norme da adattare alle esigenze del personale e ridefinire quelle vecchie che sono applicate sempre più a svantaggio del personale.
Nel contempo, come previsto dalle norme, il Co.ce.r. Marina ha inviato al Presidente del Consiglio dei Ministri le proprie osservazioni riguardanti le motivazioni per le quali non si è sottoscritto l’accordo.
La risposta non è ancora arrivata e l’insoddisfazione continua a crescere.
Nel caso della Marina, infatti, i delegati Co.ce.r hanno sempre denunciato “una situazione assurda che vede riconosciuto a chi naviga la forfettizzazione dell’orario di lavoro di neanche 3 euro all’ora al posto dello straordinario. Nel caso della Guardia Costiera, ad esempio, non sono state riconosciute le indennità accessorie (servizi esterni, servizi notturni, l’eventuale ordine pubblico e straordinari). Per tutti gli appartenenti al Comparto Difesa esiste un Fondo Efficienza di ben 1000 euro all’anno in meno rispetto alle forze di polizia”.
A distanza di 10 giorni dalla notte travagliata in cui è stato firmato il rinnovo del contratto, sembra mancare la volontà di procedere all’esame della parte normativa. La giornata del 25 gennaio scorso è stata scandita da ritmi che hanno lasciato qualche dubbio in chi ha partecipato al tavolo: convocazione ore 13. Alle 18.00 interruzione per una previsione di ripresa lavori alle 20.00 al fine di recepire le osservazioni espresse dalle parti sociali a quelle piccole norme da apportare. Dopo la mezzanotte, mentre arrivavano sul posto i vertici militari e i Ministri di riferimento, il Sottosegretario Rughetti leggeva brevemente gli articoli e commi da aggiungere. Poi, quasi come un blitz, sono entrate nella sala tutte le autorità tentando di procedere subito alla firma senza leggere e senza ascoltare i dissenzienti. Solo con l’insistenza di alcuni delegati del Co.Ce.R. e sindacalisti discordanti si è riuscita ad affermare almeno il rispetto di esprimere le contrarietà sia a tale procedura che al merito e dire che “non tutto era rose e fiori”. (GUARDA VIDEO)
Ultimo atto di un Governo che ha accelerato le procedure per tuffarsi nella campagna elettorale, hanno denunciato da più parti delegati Co.ce.r e sindacati di polizia creando una spaccatura nel comparto difesa mai così forte.
Sul tavolo, inoltre, il governo ha lasciato anche i correttivi al riordino delle carriere. Una promessa fatta che rischia di passare anche questa nel dimenticatoio.