Istrionico o abile stratega? Sono in molti a chiedersi in queste ore quale sia la vera natura di Khalifa Haftar. Chi ha avuto modo di conoscerlo descrive una persona aperta al dialogo. Certo, la formazione militare lo porta inevitabilmente verso una linea spesso poco diplomatica.
In ogni caso, il generale è diventato la star della Conferenza sulla Libia che si è tenuta a Palermo il 12 e 13 novembre. Inutile negarlo! Dall’ingresso trionfale di lunedì sera a Villa Igiea (che gli è valsa una vera e propria passerella in stile Hollywood con fotografi e operatori impazziti) fino alla clamorosa assenza nella “foto di famiglia” scattata alla fine dei lavori. Eppure, la sera prima non sembrava aver avuto problemi davanti all’obiettivo mentre il premier Giuseppe Conte lo accoglieva calorosamente indugiando sul “red carpet” di Villa Igiea. Poi, però, il padrone della Cirenaica non si è fermato a cena con gli altri leader, capi di Stato e delegazioni, disegnando sin da subito il perimetro della sua presenza. Ma nessuno, a dire il vero, si è curato più di tanto del posto vuoto a tavola durante la cena offerta da Conte. Il bilaterale annunciato per dopo cena ha creato aspettative rispetto ai lavori preparatori in vista della plenaria del giorno dopo. Il 13 novembre, dunque, è arrivato sotto i migliori auspici. Ma l’ondata di ottimismo è durato poco. Durante un’intervista alla tv libica “Libya al Hadath”, Haftar ha detto di non avere “nulla a che fare con la conferenza” sulla Libia. Poi ha precisato che la sua presenza a Palermo era dovuta solo a incontri con i capi di Stato di Paesi vicini.
Le dichiarazioni del generale sono arrivate come una bomba sulla Conferenza, tra incontri bilaterali e plenaria. Le fondamenta di Villa Igeia hanno tremato, ma bisognava mantenere la calma perchè questa volta la posizione di Khalifa Haftar non è stata pubblicata sotto forma di indiscrezioni su qualche sito libico.
Ma poi è arrivata la foto della stretta di mano con il premier del governo di Tripoli, Fayez al Sarraj. Una foto oppurtunity o un reale scambio di intendimenti e collaborazione per creare un percorso di unità per il bene della Libia? Al momento resterà una domanda senza risposta, in attesa della conferenza organizzata per i prossimi mesi da Ghassen Salamè, delegato dell’Onu per la Libia, che dovrebbe condurre al voto.
In ogni caso, ciò che resta in modo forte di questa Conferenza sulla Libia, a parte la volontà dell’Italia di mostrare i muscoli, è la figura di Haftar. Nonostante gli sforzi di altri di mettersi in mostra, vedi la Turchia che ha lasciato il vertice, il generale ha rubato la scena. E bisogna anche chiedersi se c’è stata una “mediazione forte” per farlo arrivare a Palermo. Qualcuno pensa sia stata opera della Russia. Altri scommettono sull’Egitto di al Sisi. Il premier Conte in conferenza stampa ha detto di non aver mai dubitato della presenza di Haftar a Palermo.
Forse, allora, da qui alla prossima conferenza sulla Libia organizzata da Salamè vedremo Haftar entrare trionfalmente a Tripoli guidando l’esercito nazionale?