Nei comuni italiani è lotta agli animali selvatici. Dopo l’ordinanza del 2016, emessa dal commissario straordinario al Comune di Roma, Francesco Paolo Tronca, riguardante il divieto di dare da mangiare a topi, ratti e tutti gli animali randagi, analoghi provvedimenti iniziano a farsi sentire in diverse città. A dichiarare guerra ai volatili sono i comuni italiani: da Massa Carrara a Savona, passando per Roma, si punirà chi verrà scoperto a dar da mangiare a piccioni e gabbiani con multe che variano dai 25 ai 500 euro.
“E’ un provvedimento necessario per prevenire malattie di vario genere, ma non solo, anche per tutelare gli animali stessi che si imbattono in cibi avariati (basta guardare i rifiuti abbandonati in strada) o cibi non corretti per il nutrimento sano dei volatili”, spiega il dottor Paolo Selleri, medico veterinario specialista in atologie aviarie.
Il danno, per l’appunto, riguarda non solo la possibilità di trasmettere malattie infettive, ma anche il problema degli escrementi. Le deiezioni dei piccioni e dei ratti causano danni alla salute e degradano strutture costringendo a continui interventi di manutenzione, recupero e pulizia.
Non solo multe per chi offre da mangiare agli animali randagi, ma anche per proprietari e amministratori di attività commerciali che abbandonano rifiuti in strada. E ancora l’ordinanza si estende ai proprietari di immobili con l’obbligo di mantenere pulite le aree esterne delle proprietà private ed eseguire lo sfalcio periodico dell’erba.
“Sono favorevole all’ordinanza perché se noi diamo libero accesso ai nostri rifiuti o ai nostri alimenti ad animali come ratti o gabbiani o piccioni, questi si moltiplicheranno favorendo la diffusione di malattie. Dobbiamo prevenire questo fenomeno, rispettando regole di igiene soprattutto in suolo pubblico. Ogni volta che agiamo sull’ambiente le conseguenze ci sono – continua il dottor Selleri – Dar da mangiare senza un controllo fa aumentare la riproduzione, portando distruzione e malattie. Questo può far male sia alle persone che agli animali randagi”.
Insomma vietato lasciare rifiuti fuori da locali, vietato dare cibo a gabbiani e colombi e necessario invece mantenere puliti cortili e spazi privati e pubblici.
E’ importante convivere con gli animali che fanno parte dell’ecologia urbana cercando però di prestare attenzione a non alimentarli con sostanze che possono essere nocive per gli stessi.
Il rispetto dell’ordinanza è assicurato dai Municipi, a mezzo della polizia municipale e dei Dipartimenti di Prevenzione delle Asl che potranno commissionare sanzioni che vanno da 25 a 500 euro.
E’ l’Italia che cerca di combattere l’emergenza ratti e piccioni: per ora i comuni aderenti sono Massa Carrara, Vaprio D’Agogna, Otranto, Spilimbergo, Cascina, Chiedi, Albano Laziale e Roma.
Nonostante l’ordinanza, purtroppo, i volantini stanno avendo sempre la meglio. Infatti sono ancora molte le piazze e le strutture pubbliche circondate da piccioni, gabbiani e ratti. Ma come tutelarsi?
“Per rimediare al problema sono necessari una serie di interventi come la realizzazione di edifici che non incentivino la presenza e la nidificazione dei piccioni – spiega il presidente della Lipu, Fulvio Mamone – l’utilizzo di dissuasori acustici, l’uso di reti antintrusione e soprattutto campagne di sensibilizzazione verso pubblico e operatori dando informazioni a carattere etico, scientifico e tecnico. Difatti, con delle campagne di informazione giuste rivolte a cittadini e commercianti, si possono indirizzare una serie di comportamenti che servono a limitare la presenza di questi uccelli. Bisogna dare degli strumenti per fare in modo che queste specie possano convivere con l’uomo, come ad esempio evitare di dar spazio a questi animali, evitare di dargli cibo, usare i dissuasori con punte in plastica per non creare danni agli uccelli. Quindi una serie di atteggiamenti che servono a limitare danni nei nostri comuni”.
Insomma, prevenzione, cura e manutenzione sono fondamentali per vivere nel rispetto dell’animale e dell’uomo. Da parte delle autorità pubbliche e da parte dei cittadini deve esserci un’attenzione molto alta a mantenere pulite le nostre città. La corretta gestione dei rifiuti e l’igiene pubblica sono fondamentali per non favorire l’aumento degli animali selvatici.
“Notiamo un aumento della presenza di queste specie problematiche – continua il dottor Mamone – dove le città sono più sporche. Invece dove le città non presentano rifiuti per strada e dove la presenza dei cittadini che alimentano gli uccelli e i piccioni è limitata, si hanno dei benefici soprattutto nella convivenza tra uomo e animali selvatici”.
Il piccione può convivere con l’uomo, se si riesce a contenerne il numero attraverso un atteggiamento che deve essere di sensibile convivenza, dove questi animali non vengono alimentati in maniera eccessiva anche grazie a città pulite e in cui si adottano sistemi ecologici per evitare che gli anomali vadano a posizionarsi, stazionare o nidificare in monumenti, edifici storici e beni culturali.
Il piccione non è nocivo, se sappiamo conviverci.