“Sono oltre 70.500 le firme raccolte a sostegno della separazione delle carriere in magistratura”. Lo ha annunciato il presidente dell’Unione Camere Penali, Beniamino Migliucci, nel corso del congresso straordinario degli avvocati penalisti che si è svolto a Roma dal titolo ‘Voltiamo Pagina’. Un grande risultato quello raggiunto dai penalisti negli ultimi sei mesi. “Le sottoscrizioni raccolte per la separazione delle carriere in magistratura offrono la possibilità di mettere al centro del dibattito politico una questione che sembrava seppellita. Era doveroso per l’Unione delle Camere Penali fare quanto nelle sue possibilità. La responsabilità di dare vita
a una riforma veramente liberale e significativa spetterà alla politica, che si auspica meno fragile e timida nei confronti di una parte della magistratura”, ha continuato Migliucci.
Domenica 8 ottobre la giornata finale del congresso straordinario Ucpi di Roma
Grande la partecipazione da parte del mondo giuridico penale e della politica. I temi di discussione affrontati sono stati quelli della separazione delle carriere tra pubblico ministero e giudice, ma anche sullo stato di diritto e il giusto processo. Tre giorni di incontri che hanno visto tutte le camere penali d’Italia riunite.
“Non ci può essere alcuna seria riforma del processo al di fuori di una riforma della figura stessa del giudice. Solo un nuovo giudice terzo può consentire la realizzazione del modello accusatorio e dunque fondare e promuovere un nuovo processo”, ha spiegato il padrone di casa Migliucci il giorno di apertura del congresso al Parco de Principi.
“Non vi è dubbio, tuttavia – ha sottolineato – che la realizzazione di tale progetto, attraverso una riforma costituzionale, implichi anche una ulteriore riflessione. La realizzazione del giudice terzo non può infatti essere disgiunta dal ripensamento e dalla necessaria riorganizzazione dello stato di diritto”.
Non solo separazione delle carriere
Nel secondo giorno i dibattiti si sono concentrati in 4 sessioni. La prima, moderata dal direttore de Il Tempo, Gianmarco Chiocci, è servita per approfondire il tema della crisi delle impugnazioni nel giudizio di appello. Chiocci ha intervistato Giovanni Conti, presidente della VI sezione penale della Corte di Cassazione e Gaetano Insolera, ordinario dell’Università di Bologna ‘Alma Mater’.
Nella seconda sessione si è dato spazio al tema dei magistrati in politica e la politica della magistratura. Una sessione ‘sentita’ da parte di tutta la platea, viste le recenti dichiarazioni del presidente della II sezione penale della Cassazione, Piercamillo Davigo, e la successiva risposta che Giovanni Legnini, vicepresidente del Csm, aveva dato durante la prima giornata di congresso. A moderare il tavolo, questa volta, Alessandro Barbano, direttore de Il Mattino, il quale ha intervistato Giovanni Fiandaca, ordinario dell’Università di Palermo e PierGiorgio Morosini, consigliere del Csm.
Durante la mattinata vi sono stati poi altri due tavoli che hanno affrontato il tema della pena senza processo e la separazione delle carriere con ospite anche il procuratore generale presso la Corte di Appello di Roma, Giovanni Salvi.
Il confronto tra Camere Penali e Anm
Grande attesa per la seconda giornata di convegno che ha visto il confronto tra il presidente dell’Ucpi, Beniamino Migliucci, e il presidente dell’Anm Eugenio Albamonte, il quale ha ricordato come magistrati e avvocati lavorino fianco a fianco ogni giorno e che entrambi si rendano conto del servizio inadeguato che offre la giustizia oggi giorno. “È importante che si uniscano le forze e non ci si affossi l’uno con l’altro”, ha dichiarato durante il confronto Albamonte. Sulla questione dei magistrati che partecipano ai talk televisivi, il presidente di Anm ha dichiarato: “I magistrati non hanno limiti di luoghi e argomenti per esprimere la loro opinione, ovviamente mantenendosi nei canoni che sono propri dell’espressione di un magistrato e quindi con continenza e con modalità che siano compatibili con il fatto che la mattina dopo si indossi la toga”.
Durante la discussione, poi, il presidente Migliucci ha voluto anche far notare quanto sia sbagliato e illegale che si possano intercettare le chiamate tra difensore e assistito, questo perchè “non è giusto che si sappia la strategia difensiva”. Un dibattito acceso e seguito che sembrerebbe aver aperto nuovi spunti di discussione e, forse, una collaborazione tra le due parti.
Molti gli esponenti del mondo politico e non solo che hanno aderito al congresso, tra questi Fabrizio Cicchitto, presidente della Commissione Esteri della Camera, che ha definito “vinta” la politica di cui fa parte. Enrico Costa, già ministro per gli Affari Regionali, ha invece dato la responsabilità del suo allontanamento dal Governo proprio alla lotta per la riforma penale. Tra i presenti anche Rita Bernardini, coordinatrice della presidenza del Partito Radicale, impegnato da sempre con la lotta per le riforme penali; Roberto Giachetti, vicepresidente della Camera, Francesco Monastero, presidente del Tribunale di Roma, Andrea Mascherin, presidente del consiglio nazionale forense e molti altri.