Con poco meno di 50 casi diagnosticati, per lo più nel Lazio, l’allarme Chikungunya nelle aree investite dall’ondata si fa sempre più alto nonostante gli esperti tendano a ridimensionare il fenomeno. La conferma dell’esistenza di una vera e propria epidemia è arrivata direttamente dal Centro europeo per il controllo delle malattie e, mentre il Comune di Roma, colpito nella sua area sud-est, ha avviato un piano emergenziale di disinfestazione, prosegue la raccolta di sangue per le trasfusioni di sangue messe a disposizione da dieci regioni italiane. Intanto, sempre il Centro Europeo di Controllo delle Malattie (Ecdc), in un documento, tiene a sottolineare la probabilità di un aumento dei casi, anche in relazione alla minima variazione di temperatura prevista da qui alle prossime settimane. Infine, la Croce Rossa, ha attivato un canale diretto al numero 065510 con la propria sala operativa per tutti i tipi di informazioni e segnalazioni di presunti nuovi focolai.
Da dove viene la Chikungunya?
A scanso di equivoci chiariamo che la Chikungunya non è un tipo di zanzara bensì un malattia virale trasmessa dalle zanzare. Questo virus appartiene alla famiglia delle Togaviridae, mentre il la tipologia è quello dell Alphavirus, responsabile di varie epidemie tropicali. La Chikungunya viene infatti trasmessa dalla cosiddetta Aedes albopictus meglio nota alle cronache come zanzara tigre, ormai praticamente diffusa su tutto il terriorio nazionale sin dal 1990 a causa di un focolaio presente all’interno di alcuni pneumatici provenienti dagli Stati Uniti ed ha, via via, soppiantato le specie di zanzare autoctone tanto da essere inserita all’interno della lista delle cento specie più invasive al mondo. Il nome Chikungunya deriva dal makonde, un idioma diffuso in Monzambico e significa “ciò che contorce” o “ciò che piega”.
I sintomi e la diffusione
La sintomatologia principale comprende febbre molto alta, dolori alle articolazioni e, più raramente fastidiose irritazioni cutanee. La malattia anche se originaria delle zone tropicali e subtropicali dell’Africa e dei Caraibi, grazie al turismo e ai flussi migratori si è, progressivamente, diffusa anche al di fuori di queste zone. L’Italia, nel 2007, è stato il primo paese europeo a diagnosticare un caso di Chikungunya. I casi si presentarono in due piccole località italiane: Castiglione di Romagna e Castiglione di Cervia.