“La pacchia è finita”. E’ il primo commento del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, dopo la notizia dell’arresto di Cesare Battisti. L’ex terrorista del Gruppo Proletari Armati per il Comunismo è stato fermato a Santa Cruz, in Bolivia, dove era fuggito dopo la decisione del Supremo Tribunale Federale brasiliano. Il 13 dicembre scorso, infatti, il Brasile dispone l’arresto di Battisti per “pericolo di fuga”. Nei giorni successivi, il presidente uscente Michel Trenta ha concesso all’Italia l’estradizione dell’ex terrorista. Ma così non è stato e Battisti ha fatto perdere le tracce. Il rischio di un’altra latitanza, infatti, si è presentata ancora prima dell’insediamento ufficiale del nuovo presidente brasiliano, Jair Bolsonaro, che già in campagna elettorale per il ballottaggio aveva assicurato all’Italia (e a Salvini in particolare) l’impegno per rimandare in Italia Cesare Battisti.
Salvini: “Grazie a forze dell’ordine e a Bolsonaro”
“Ringrazio per il grande lavoro le forze dell’ordine italiane e straniere, la Polizia di Stato, l’Interpol, l’Aise e tutti coloro che hanno lavorato per la cattura di Cesare Battisti, un delinquente che non merita una comoda vita in spiaggia, ma di finire i suoi giorni in galera – ha detto il ministro dell’Interno – Grazie di cuore al presidente Jair Bolsonaro e al nuovo governo brasiliano per il mutato clima politico che, insieme a un positivo scenario internazionale dove l’Italia è tornata protagonista, hanno permesso questo successo atteso da anni, grazie alle Autorità boliviane e alla collaborazione di altri Paesi amici. Il mio primo pensiero – ha concluso Salvini – va oggi ai famigliari delle vittime di questo assassino, che per troppo tempo si è goduto una vita che ha vigliaccamente tolto ad altri, coccolato dalle sinistre di mezzo mondo. È finita la pacchia. #dalleparoleaifatti”.
A stretto giro arriva anche il commento di Bolsonaro, che su Twitter scrive: “Congratulazioni e conta sempre su di noi, Ministro Salvini!”.
Congratulazioni e conta sempre su di noi, Ministro Salvini! https://t.co/9JRIql2tFZ
— Jair M. Bolsonaro (@jairbolsonaro) January 13, 2019
Così Battisti è stato arrestato
Stando a quanto riferito da fonti del Viminale, la svolta nella cattura di Cesare Battisti è arrivata una settimana fa, quando è stato individuato con certezza in Bolivia. L’operazione che ha portato all’arresto dell’ex terrorista del Gruppo Proletari Armati per il Comunismo è scattata a Santa Cruz. E ora l’Italia lo aspetta.
La svolta arriva con l’ascesa di Bolsonaro
Gli investigatori italiani e l’intelligence, non hanno mai perso di vista Battisti e sono rimasti in attesa di poterlo arrestare. Anche la sua fuga dopo la vittoria delle elezioni da parte di Bolsonaro, era stata prevista. Il neo presidente brasiliano, infatti, promette all’Italia di restituire Cesare Battisti come “regalo” per il ministro dell’Interno Matteo Salvini. E così che la situazione dell’ex terrorista diventa sempre più insicura. Finite le coperture al tempo concesse da Lula, Battisti capisce che il rischio di tornare in Italia per scontare la pena all’ergastolo diventa sempre più alto.
Battisti è stato fermato per strada
? #CesareBattisti ripreso poco prima della cattura
Team di poliziotti #Criminalpol #Antiterrorismo e #Digos Milano con collaborazione intelligence italiana lo hanno pedinato fino all'arresto da parte dela polizia boliviana @INTERPOL_HQ pic.twitter.com/adBu9iRvX2— Polizia di Stato (@poliziadistato) January 13, 2019
“Un team composto da polizia italiana, Criminalpol e Antiterrorismo rafforza la collaborazione con i colleghi di Brasilia. Ma Battisti fugge – spiegano fonti del Viminale – Viene individuato in Bolivia. Una settimana fa, gli investigatori accelerano. E preparano il blitz, in accordo con le autorità locali. Battisti è stato fermato in strada, non era armato e non ha opposto resistenza. Ha parlato in portoghese per rispondere alla polizia e ha mostrato un documento brasiliano che confermava la sua identità”. Due uomini dell’Antiterrorismo e della Criminalpol sono sul posto.
Aereo italiano già in volo per il Sudamerica
Ora bisognerà capire se Battisti farà tappa in Brasile oppure verrà portato subito in Italia. È un nodo che verrà sciolto nelle prossime ore. Intanto, un aereo italiano, con a bordo uomini della polizia e dell’intelligence, è già in volo da alcune ore per il Sudamerica.
Tofalo: “I prossimi brindisi li farà dietro le sbarre!”
“I prossimi brindisi li farà dietro le sbarre! – scrive su Facebook il Sottosegretario alla Difesa, Angelo Tofalo – Oggi il mio pensiero va ai familiari di Antonio Santoro, Pierluigi Torregiani, Lino Sabbadin, Andrea Campagna, uccisi dal criminale e terrorista pluri-assassino Cesare Battisti e per chi, come Alberto Torregiani, sopravvissuto, porta sul proprio corpo i segni indelebili di un’inaudita violenza”.
“Dico grazie a voi per la pazienza e la fiducia che avete mantenuto nelle Istituzioni. Finalmente attraverso la collaborazione del Governo italiano con Paesi amici, Cesare Battisti verrà ricondotto in Italia per scontare la sua pena per i crimini commessi – aggiunge Tofalo – Un impegno che il Governo ha mantenuto. Un dovere che avevamo nei confronti di tutte le vittime e i parenti. L’arresto di Cesare Battisti forse non rappresenterà la “guarigione” completa di una ferita alla democrazia per troppo tempo rimasta aperta, ma certamente ne allevierà il dolore perché giustizia è stata fatta. Li citerei uno per uno per nome e cognome ma per ovvi motivi non posso – conclude il sottosegretario – e allora un grazie di cuore a tutti gli uomini e alle donne che in assoluto silenzio hanno lavorato in perfetta armonia per ottenere questo grande risultato, all’Interpol, alla Polizia di Stato, all’Aise e ai Servizi segreti italiani tutti. Grazie agli apparati dello Stato che hanno lavorato in modo straordinario ed in simbiosi per portare a termine questa importante operazione”.