Il centro di accoglienza di Cona, Venezia, si avvia alla chiusura definitiva. Potrebbe essere dismesso entro un mese. Il primo gennaio 2018 ospitava 744 migranti, oggi diventati 286 (-62%). “L’avevamo promesso e lo stiamo facendo – ha detto il ministro dell’Interno, Matteo Salvini – Abbiamo fatto crollare il numero di sbarchi, tagliato le spese per l’accoglienza, smantellato i grossi centri come Bagnoli e, ora, Cona. Dalle parole ai fatti” conclude.
A settembre chiude l’hub di Bagnoli
Continua, dunque, il giro di vite promesso da Salvini nei centri di accoglienza per migranti. A settembre, infatti, sempre in Veneto è stato chiuso l’hub di Bagnoli (Padova). “Abbiamo liberato Bagnoli! Come promesso, l’ex base militare in provincia di Padova è stata svuotata – aveva dichiarato il ministro dell’Interno – In passato, durante i governi del Pd e di Alfano, aveva ospitato anche più di mille immigrati a spese degli italiani. A gennaio 2018 erano ben 379. Ora, zero! Tutto è stato possibile anche grazie alla drastica riduzione degli sbarchi. Sono contento e orgoglioso che anche il sindaco, che non è certo un leghista, mi abbia ringraziato pubblicamente. Dalle parole ai fatti!”.
Nel mirino anche il Cara di Mineo
Tra i centri di accoglienza finiti nel mirino del Viminale, anche il Cara di Mineo in Sicilia. Presenze in calo e costi ridotti sono la base per la possibile definitiva chiusura del centro . Il primo gennaio 2018 il Cara di Mineo ospitava 2.585 migranti, che oggi sono scesi a 1.726. Il calo è del 33% e si è accompagnato a una progressiva riduzione dei costi. Il contratto in vigore il primo di gennaio 2018 prevedeva una spesa da 33,06 euro a testa al giorno per migrante, per un costo quotidiano di 85.460 euro. A ottobre è entrato in vigore un nuovo contratto, con una spesa giornaliera scesa a circa 22 euro per migrante al giorno.
Con le presenze attuali, il costo quotidiano è di 37.972 euro. Se ci fosse già in vigore il nuovo capitolato previsto dal ministro Matteo Salvini, la spesa scenderebbe ulteriormente. La base d’asta, infatti, sarà di 19,33 euro per migrante al giorno, con un esborso complessivo quotidiano massimo (ipotizzando le presenze attuali) da 33.364 euro. L’appalto, dunque, potrebbe essere aggiudicato a un costo più basso di 19,33 euro, con ulteriore risparmio. “Volevamo ridurre presenze e costi del Cara di Mineo e lo stiamo facendo. È finita la pacchia”, ha commentato il ministro Salvini.
La notizia dell’iniziativa del ministro degli Interni, Matteo Salvini, relativa alla riduzione dei fondi e della capienza del Cara di Mineo, non giunge certo inaspettata. Negli anni precedenti il centro è stato al nell’interesse delle autorità giudiziarie di Catania e Caltagirone, fino a diventare oggetto di una Commissione parlamentare.
La relazione conclusiva della Commissione, ha fornito un panorama esaustivo sulla gestione del Centro nel quale vengono evidenziate presenze a dir poco inquietanti di soggetti adusi al malaffare a scapito sia degli ospiti del Cara, sia anche lucrando sulla pelle degli addetti al funzionamento della struttura. Vi è un particolare che, però, crediamo assolutamente in modo involontario, è sfuggito a commissari e consulenti impegnati nella redazione del documento finale.
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