“Per lo Stato l’intervento legislativo sul caregiver è un investimento che ritorna utile anche a livello economico”. Maria Simona Bellini, presidente del Coordinamento nazionale famiglie sisabili, porta avanti da anni la battaglia in favore della tutela dei caregiver familiari. Il 24 gennaio è iniziato in Commissione lavoro e previdenza sociale, l’iter di tre disegni di legge che puntano al riconoscimento giuridico di questa figura.
Cosa si aspetta?
“Si tratta per noi del primo grande passo in avanti. Dopo anni di attese ora è necessaria una legge che venga realizzata in fretta e bene, ovvero che non riconosca solo sul piano formale il ruolo del caregiver, ma che dia un sostegno concreto e fornisca le tutele di cui noi abbiamo bisogno”.
Il Coordinamento appoggia in particolare il disegno di legge 2128 a firma della senatrice Laura Bignami. Quali tipo di tutele assicura a voi caregiver questo testo rispetto agli altri due in materia?
“In questo testo il Caregiver familiare è il soggetto attivo e ha voce in capitolo su tutto, ma soprattutto ha quattro tipi di tutele. Innanzitutto il diritto alla salute, è un diritto costituzionalmente garantito che in Italia fino a oggi viene negato. Non possiamo ricoverarci o subire un intervento chirurgico altrimenti priveremmo il nostro caro dell’assistenza che gli forniamo costantemente. Poi una tutela previdenziale. Per noi caregiver non è sempre possibile arrivare a percepire la pensione sociale. Il testo invece prevede il riconoscimento dell’attività di cura, cioè ai contributi accumulati dal lavoro si aggiungono i contributi per il lavoro di cura, permettendoci di andare in pensione prima. Un altro punto di forza del disegno di legge è il riconoscimento dei contributi per il caregiver familiare che ha dovuto abbandonare il lavoro, fare un part time o che non ha mai potuto lavorare. Infine un riconoscimento delle malattie professionali. I caregiver come me sollevano la persona di cui si ha cura, parliamo di 60 o 70 chili. Questo è faticoso e include anche un maggior rischio di ammalarsi. Noi non abbiamo diritto a nessuna esenzione del ticket per i medicinali di cui abbiamo bisogno. E’ necessaria una copertura assicurativa che potrebbe servire a pagare una persona che si prende cura del nostro familiare non autosufficiente, permettendogli di restare al proprio domicilio, senza recarsi in un istituto”.
Garantendo questo tipo di tutele e soprattutto quella di tipo assicurativo, porterebbe a un notevole risparmio economico da parte dello Stato. Il caregiver in questo senso rappresenta un investimento e potrebbe rivelarsi a tutti gli effetti una risorsa del welfare?
“Assolutamente si. Sacconi, presidente della Commissione lavoro in Senato, ha dichiarato che se non appesantiamo il Servizio Sanitario Nazionale, si recuperano risorse necessarie per sostenere i caregiver. Una persona che assiste da casa il proprio caro non autosufficiente costa molto di meno di un ricovero ospedaliero e ciò si traduce in un notevole risparmio. In questo senso l’intervento legislativo sul caregiver è un investimento che ritorna utile a livello economico”.