Valutare il benessere dei bambini nel contesto dello sviluppo sostenibile in 41 paesi dell’Unione europea (Ue) e dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse). Questo l’obiettivo alla base dell’ultima Report Card elaborata dall’Unicef-Centro di Ricerca Innocenti.
“Costruire il futuro – I bambini e gli obiettivi di sviluppo sostenibile nei paesi ricchi” è il primo rapporto che valuta le condizioni dei bambini in 41 paesi ad alto reddito in relazione agli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) identificati come i più importanti per il loro benessere. Stila una classifica degli Stati in base alla loro performance ed elenca le sfide e le opportunità che le economie avanzate affrontano per raggiungere gli impegni globali a favore dei bambini.
Un bambino su 5 vive in condizioni di povertà
Dalle statistiche emergono dati che meritano attenzione e riflessione. Innanzitutto viene alla luce il fatto che 1 bambino su 5, in paesi ad alto reddito, vive in condizioni di povertà e 1 su 8 vive una situazione di disagio o insicurezza alimentare. Insicurezza alimentare vuol dire che non ha un accesso garantito a cibo sufficiente, sicuro e nutriente. I tassi di insicurezza alimentare tra i bambini variano notevolmente: da 1 su 70 in Giappone a 1 su 3 in Messico e Turchia. Anche l’obesità è una forma di malnutrizione, e la sua incidenza è in aumento, con rare eccezioni, in tutti i paesi
“La Report Card 14 è un campanello d’allarme che ci ricorda che anche nei paesi ad alto reddito il progresso non va a beneficio di tutti i bambini – ha dichiarato Sarah Cook, direttrice dell’Unicef Innocenti – Redditi più alti non portano automaticamente a condizioni migliori per tutti i bambini, possono anzi aggravare le disparità. I governi di tutti i paesi devono agire per assicurare che le differenze vengano ridotte e che si effettuino progressi per raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile per i bambini”.
Delicata anche la condizione delle famiglie in cui i minori vivono
Circa 1 bambino su 10 nei paesi ad alto reddito vive in famiglie in cui nessun adulto possiede un impiego. Un’analisi specifica è stata condotta sui giovani fra 15 e 19 anni. Emerge che proprio fra i giovani appartenenti a questa fascia d’eta, nei paesi cosiddetti “ricchi” 1 su 13 non lavora, non studia e non segue un programma di formazione. Inoltre, dato preoccupante, è che nel 2012 il suicidio è stato la principale causa di morte tra i giovani tra 15-19 anni di anni di entrambi i sessi, avendo provocato il 17,6% di tutti i decessi. Altro dato interessante riguarda le donne: Alla fine del 2013, le donne rappresentavano il 55% dei diplomati di scuola superiore e il 58% dei laureati con un titolo di primo livello nei paesi Ocse. Nonostante ciò, le donne guadagnano in media il 15,5% in meno rispetto agli uomini e detengono solo il 27,9% dei seggi nelle assemblee legislative nazionali. Discriminazioni di genere si registrano per quanto riguarda l’istruzione, In media, il 14% degli adulti nei paesi del campione ritiene che l’istruzione superiore sia più importante per i ragazzi che per le ragazze, seppur con un ampio ventaglio di opinioni: l’idea è sostenuta dal 3% degli intervistati in Svezia e dal 32% in Turchia.
I casi di violenza
Riflessione a parte meritano le statistiche che riguardano casi di violenza: sulle donne emerge che Il 6% delle donne europee fra i 18 e i 29 anni ha affermato di essere stata vittima di violenze sessuali da parte di adulti prima dei 15 anni. Danimarca, Francia, Regno Unito e Lussemburgo hanno riportato tutti tassi superiori alla media. Il fenomeno del bullismo ha un’incidenza elevata soprattutto nei Paesi baltici in cui almeno 1 bambino su 10 nei paesi esaminati è regolarmente vittima di bullismo.
La situazione in Italia
L’Italia è al 24° posto su 41 paesi Eu/Ocse nella tabella generale di confronto relativa a nove obiettivi di sviluppo sostenibile. Ricopre una posizione di eccellenza in “Pace, giustizia e istituzioni efficaci” : il 2° posto. Mentre ottiene il suo risultato peggiore nell’obiettivo “Eliminazione della povertà, in cui risulta essere al 31° posto. In Italia, inoltre, il 25,1% dei bambini vive in povertà reddituale relativa e il 51% in povertà multidimensionale (il quinto tasso più alto). Le prestazioni sociali riducono la povertà reddituale del 24%. Questo obiettivo vede l’Italia al 31esimo posto. Il nostro Paese è al 23esimo posto anche perchè l’8,8% dei bambini sotto i 15 anni vive con un adulto colpito da insicurezza alimentare, mentre il 18% è considerato obeso.
Assicurare la salute e il benessere per tutti e a tutte le età
L’Italia si colloca al 18esimo posto per questo obiettivo. Il tasso di mortalità neonatale è di 2,0 bambini su 1.000 (il decimo più basso in questo gruppo di paesi Tuttavia, l’Italia ha la più alta percentuale di bambini e adolescenti di età compresa tra gli 11 e i 15 anni che riferiscono di soffrire di due o più sintomi psicologici più di una volta alla settimana (36,5%).
Fornire un’istruzione di qualità, equa ed inclusiva e opportunità di apprendimento per tutti
Con il 66,6% dei quindicenni che ha raggiunto competenze di base per lettura, matematica e scienze e il 98% dei bambini che frequenta corsi di apprendimento di un anno prima dell’inizio della scuola obbligatoria, l’Italia presenta un ranking medio per questo obiettivo (19esimo posto). L’Italia ottiene una buona posizione relativamente alla percentuale di bambini dai 3 ai 6 anni che frequenta la scuola dell’infanzia almeno un’ora alla settimana (91%).
Raggiungere l’uguaglianza di genere ed emancipare tutte le donne e le ragazze
In Italia il 6,6% delle donne di età compresa tra i 18 e i 29 anni ha dichiarato di aver subito violenze sessuali prima dei 15 anni d’età, un dato che si colloca intorno alla media per il gruppo di paesi analizzato.
Incentivare una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, un’occupazione piena e produttiva e un lavoro dignitoso per tutti
L’Italia si colloca nell’ultimo terzo della classifica per questo obiettivo (30esimo), con l’11,2% dei 15-19enni che non lavora, non studia e non segue un programma di formazione (NEET) e il 9,7% dei minorenni che vive in famiglie senza lavoro
Garantire modelli sostenibili di consumo e di produzione
L’Italia si colloca quasi a metà della classifica, 15esima su 37 paesi, per questo indicatore e obiettivo, con il 64,5% dei quindicenni che conosce almeno cinque problemi ambientali.
Promuovere società pacifiche e inclusive per uno sviluppo sostenibile, garantire a tutti l’accesso alla giustizia, e creare istituzioni efficaci, responsabili e inclusive a tutti i livelli
L’Italia ha il quinto tasso di omicidio infantile più basso della tabella (0,19 su 100.000). Il suo tasso di bullismo cronico auto-segnalato è il terzo più basso per questo gruppo di paesi (il 5,2% degli 11-15enni ha subito episodi di questo tipo)