“Ancora una volta i vertici militari mostrano la loro inadeguatezza in fatto di protezione sanitaria del loro personale”. A dichiararlo in un post sui social network, l’onorevole Gianluca Rizzo del M5S. Questo subito dopo essere venuto a conoscenza di una circolare inviata lo scorso 6 febbraio, a firma del generale Ricciardi. Nel documento si avvertiva il personale di stanza (circa 100 unità) presso una caserma dell’Arma dei Carabinieri del comando unità tutela forestale, ambientale e agroalimentare di Roma, di viale Ciamarra, di prestare massima attenzione affinché non si venisse in contatto diretto con potenziali fibre di amianto, di cui l’intero edificio sembra a tutt’oggi essere inquinato. Amianto ovunque: nei pavimenti, negli intonaci e nei cavedi delle tubazioni dell’impianto di climatizzazione.
Il fatto è emerso, come si legge nel post, grazie a un articolo apparso su tiscali.news, dove è stata pubblicata per intero la circolare. Circolare in cui si prescrive di evitare qualsiasi contatto con elementi in grado di creare pericoli da esposizione ad asbesto-derivati, ma che al momento non prevede nessun, immediato, trasferimento in altro immobile.
Un altro grave caso di cronaca che evidenzia come le nostre forze armate, di qualsiasi reparto facciano parte, non siano assolutamente tutelate a livello sanitario. Perché come più volte detto, la respirazione delle fibre d’amianto può provocare principalmente due patologie: il mesotelioma (cancro alla pleura), e l’asbestosi (cicatrizzazione dei tessuti dei polmoni)
Da tempo anche Luca Comellini, segretario del Partito per la tutela dei Militari denuncia “il modo approssimativo e superficiale con cui viene gestito il gravissimo problema dell’amianto sui mezzi militari, navi ed elicotteri”. Ma soprattutto come questi militari siano considerati, da sempre, lavoratori di serie b, senza nessuna rigorosa tutela sanitaria.
E nell’interrogazione a risposta scritta (numero 4-15607) presentata dallo stesso onorevole Rizzo, Luigi Di Maio, Luca Frusone, Giulia Grillo (M5S) durante la seduta numero 742 dello scorso 15 febbraio 2017, non a caso si riporta la dichiarazione dello stesso ministero della Difesa del 10 agosto 2015 (interrogazione n. 4-08875), dove vengono evidenziati i 405 casi di “malattia asbeto correlati” con 211 decessi nello stesso periodo.
Nello specifico le morti “sospette” interessavano: l’Esercito (39), l’Aereonautica (45), l’Arma dei Carabinieri (50) e la Marina militare (77).
Per questo si è voluto nuovamente interrogare il ministero della Difesa per sapere se è in grado di fornire ulteriori chiarimenti su quest’ultima vicenda e sullo stato di censimento degli immobili che ospitano le caserme dell’Arma dei Carabinieri in tutto il territorio nazionale.
Ma, nella capitale, questo non è l’unico caso di negligenza. Come Ofcs.report aveva già documentato, anche la situazione dell’ex caserma “Donato”, nella zona del Trullo, XI Municipio è drammatica. Anche lì, infatti è stata accertata la presenza di 600 metri quadri di amianto sul tetto dell’edificio militare. Nonostante le numerose segnalazioni da parte dei residenti e l’esposto al Ministero della Difesa, da parte anche del consigliere regionale del Lazio, Fabrizio Santori, che ha chiesto di provvedere in via prioritaria alla rimozione dei materiali in amianto (la maggior parte tettoie) presenti nella struttura, la stessa nonostante l’evidente pericolo ai danni della salute dei cittadini, non è stata ancora bonificata. Anche se, come si legge in una nota del comunicato stampa del consigliere Santori, Figliomeni e Catalano qualcosa sembra finalmente muoversi: “Dopo segnalazioni, interrogazioni, petizioni ed infine dopo la recente approvazione di una mozione in Municipio XI, possiamo finalmente comunicare a tutti i cittadini del Trullo che, dopo decenni di attesa, a marzo il ministero della Difesa e l’Agenzia del demanio dovrebbero cominciare la fase di smantellamento e smaltimento dell’eternit e di tutti i materiali dannosi per la salute dei cittadini presenti nell’ex caserma Donato di proprietà del Demanio dello Stato”.
E, come riportato anche su forzearmate.org, il problema del rischio d’esposizione all’amianto per le nostre forze dell’ordine, non riguarda solo le caserme, tutt’altro. Nel nostro Paese muoiono più soldati che hanno presentato servizio su navi, sommergibili, carri armati ed elicotteri che, per uno strano paradosso, nei territori di guerra. Questo nonostante le commissioni d’inchiesta parlamentari e sanitarie evidenzino, giorno dopo giorno, come a seguito di patologie asbesto-correlate nelle Forze armate italiane vi sia una vera e propria strage di innocenti.