All’alba una scossa di magnitudo 4.5 sveglia la città e le prime luci del mattino illuminano quel che resta. Polvere, macerie, resti di mobili e di vite. I vigili del fuoco ci dicono che non hanno trovato più persone vive da ieri pomeriggio, l’ultima è stata una bambina di dieci anni che si è salvata grazie ad un armadio in cui si era nascosta. Il bilancio sale a 273 vittime, 200 solo ad Amatrice, anche se il sindaco Sergio Pirozzi parla di un numero molto più alto.
“Siamo davvero miracolati- ci raccontano Monica e Roberto, mamma e papà di due bambini di 9 e 7 anni- perchè ieri notte il terremoto ci ha svegliati. Ci siamo abbracciati nel letto ma poi subito abbiamo svegliato i nostri bambini e per un pelo siamo riusciti a trovare un varco e salvarci. Abbiamo passato la notte in macchina e i soccorsi sono stati gentilissimi perchè siamo tornati oggi a recuperare tutti i giochi dei bambini che così si sentono meno spaesati. Chiedono dei cuginetti, degli amici, ma sono tutti morti e noi non sappiamo cosa dirgli”.
Hanno subito danni i maggiori edifici della città, l’ospedale è raso al suolo ed è diventato il luogo di fronte al quale portano tutte le salme, un obitorio a cielo aperto. La scuola è la vergogna di Amatrice perchè risultava essere a norma antisismica ed invece è stata sbriciolata dal terremoto, sia la parte delle elementari che la parte delle scuole medie. Le possibilità di ritrovare persone vive si riducono ad un’utopia.