Sarebbero circa 500.000 i migranti stanziati nelle zone a sud est dell’Algeria lungo una linea di confine di 3.000 chilometri condivisa con Mali, Niger e Libia. A fronte di questa massa di persone impaziente di raggiungere le coste libiche, il governo algerino ha sigillato i confini schierando 80.000 militari a guardia del territorio. Un dispositivo era già presente ed operante da anni per contrastare il traffico di armi e le incursioni dei jihadisti di al Qaeda nel Maghreb islamico, almeno fino a quando questi ultimi si sono uniti ai miliziani dell’Isis che furoreggiano soprattutto nel sud della Libia.
Ma oltre ai raid dei terroristi islamici, le preoccupazioni del governo algerino, negli ultimi mesi, si sono concentrate sull’enorme pressione esercitata dalla massa di persone che preme sui confini e che, secondo il ministro dell’Interno algerino, Noureddine Badawi, riesce a infiltrare circa 500 clandestini al giorno all’interno dei confini algerini che l’esercito tenta di individuare per rispedirli al mittente.
E il confine algerino appare proprio come meta primaria del mezzo milione di migranti intenzionati a percorrere l’itinerario che, passando per Tamanrasset attraverso un percorso tortuoso porta a Ghat, nel Fezzan, meta obbligata per il transito dei clandestini diretti verso le coste libiche e, soprattutto, base dei trafficanti di esseri umani. Proprio a Ghat, nel 2016, furono sequestrati due operai italiani addetti al locale aeroporto per conto di una società di Mondovì liberati dopo due mesi di prigionia nelle mani di criminali comuni.
A fornire un’ulteriore conferma della pressione sui confini algerini da parte della massa di migranti, è stato l’ambasciatore italiano ad Algeri, Pasquale Ferrara, il 15 giugno scorso durante il suo intervento alla conferenza “Africa-Europe relationships: a multi-stakeholder perspective”, organizzata dall’Università LUISS di Roma. Il diplomatico italiano aveva sottolineato che l’Italia è il principale partner commerciale dell’Algeria, con uno scambio commerciale di nove miliardi di dollari nel 2017 e con ampie possibilità di crescita nel campo delle energie rinnovabili e dell’agrobusiness. Le 180 aziende italiane, sempre secondo ferrara, “stanno vivendo un’epoca di transizione a causa della politica di diversificazione economica adottata dal governo algerino». Preannunciando il prossimo vertice italo -algerino che dovrebbe tenersi in autunno, l’ambasciatore Ferrara ha anticipato che una delle tematiche principali sarà quella dell’immigrazione, problematica che l’Algeria ritiene di fondamentale importanza rilevata la costante pressione esercitata sui confini da un numero sempre maggiore di persone provenienti dal paesi del Sahel intenzionate a raggiungere l’Europa.
La rivelazione della presenza di una così enorme massa di migranti diretti in Occidente, sebbene sottovalutata dai media mainstream, non può certo essere sfuggita al nuovo esecutivo. Così, la proposta di istituire hotspot nei paesi di origine dei migranti e lungo le coste libiche, avanzata da Giuseppe Conte alla riunione informale dei Paesi dell’Ue tenutasi ieri a Bruxelles, è da considerarsi una seria presa di coscienza sulla problematica dell’immigrazione da parte del premier. Conte, non a caso, ha tenuto per sè la delega ai servizi segreti, probabilmente da questi informato sulla situazione in continua evoluzione ai confini prossimi delle coste libiche.