Secondo una stima del governo colombiano circa il 6% degli ex guerriglieri delle Fuerzas Armadas Revolucionarias de Colombia, le Farc, hanno scelto di abbandonare il processo di pace firmato a novembre del 2016. La ripresa del controllo delle attività criminali è altamente redditizia, soprattutto quelle legate al traffico di droga, come è accaduto nella parte sud-occidentale del Paese, al confine con l’Ecuador, dove la presenza dei dissidenti ha trovato conferma anche da parte dall’esercito colombiano. E’ stato accertato che proprio gli ex Farc avrebbero rilevato il controllo della coltivazione e della trasformazione della foglie di coca o addirittura, come nel caso di altri fuoriusciti tra cui alcuni comandanti espulsi dalle Fuerzas, il controllo totale delle operazioni criminali, in particolare nell’area delle coste orientali della Colombia.
Già nel luglio 2016, prima della firma dell’accordo, in un comunicato stampa pubblicato dalla Radio Colombiana Caracol, l’unità partigiana ribadì che il 1° Fronte, conosciuto come il Fronte “Armando Ríos” delle Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia, non avrebbe partecipato alla smobilitazione delle Farc prevista dall’accordo di pace con il governo colombiano. A muovere l’opposizione all’accordo sarebbe stata la convinzione che le politiche dello Stato colombiano e dei suoi alleati avrebbero mirato solo al disarmo e alla smobilitazione dei guerriglieri in tutta la nazione, pur perseverando nell’utilizzo dello stesso modello economico-sociale contestato dal movimento di resistenza.
Critiche sono state mosse anche verso le cosiddette “zone di concentramento” in cui i combattenti delle Farc, a seguito dell’accordo di pace, sarebbero stati riuniti per la smobilitazione, zone che sono state definite come delle “mere prigioni all’aperto”. Secondo le dichiarazioni rese pubblicamente dall’ex comandate delle Fuerzas Armadas Revolucionarias de Colombia, Rodrigo Londoño, noto come Timochenko, e presidente del neonato partito politico Fuerza Alternativa Revolucionaria del Comun (FARC) la questione, invece, si pone sulla mancanza di applicazione da parte del governo a alcuni aspetti principali dell’accordo come il miglioramento delle condizioni nelle zone in cui dovrebbero concentrarsi gli ex combattenti, gli stipendi, i redditi di base e l’avanzamento dei progetti agricoli e di sviluppo.
Per conseguire il successo dell’accordo è necessario, da parte del governo colombiano, focalizzarsi sull’approccio a questi punti fondamentali, piuttosto che enfatizzare le operazioni militari che si sono dimostrate inefficaci, come riferito da analisti esperti dell’area.