Non è questione di autocertificazione o di coprifuoco, né di zone rosse. Il Covid non c’entra nulla. In Cina, nello Yunnan, la passeggiata con Fido ora è fuorilegge, sempre e comunque. Multe ai proprietari. Sette euro alla prima infrazione, trenta alla seconda e alla terza ti accoppano direttamente Fido. E torni a casa con il guinzaglio. Se avranno la bontà di lasciartelo come ricordo.
È di pochi giorni fa l’ordinanza che fa rabbrividire. L’obiettivo delle autorità è quello di “civilizzare” i quattrozampe e per farlo hanno deciso di rinchiuderli nelle mura domestiche. Che poi se consideriamo l’alternativa, la reclusione canina, non sembra essere il male peggiore per Fido in Cina.
Da quelle parti per il miglior amico dell’uomo finire arrostito è un attimo. Chi non ricorda la scena del pelosetto flambè della fidanzata del ragionier Fantozzi, la mitica signorina Silvani, al ristorante cinese? Finzione cinematografica? Mica tanto. Per non parlare del festival di Yulin, una barbarie che non si riesce a fermare nella “civilissima” Cina. Gli “avvocati dell’indifendibile” vorrebbero convincerci che quella che è una vera e propria mattanza di cani e gatti, che si svolge a giugno ogni anno, è un’usanza. Bene, se è un’usanza è un’usanza barbara. Si può dire o urtiamo la suscettibilità dei musi gialli? Che da quando hanno piazzato, in un modo o nell’altro, uno dei loro uomini al Consiglio dei diritti umani dell’Onu lanciano moniti e bacchettate in materia di civiltà a destra e a manca.
E ora arriva anche la “civilizzazione” dei cani. Con metodi che di civile hanno ben poco. Ma questa è la Cina. Quella che i compagni nostrani, gialli e rossi, coccolano tanto. E il 5G e la via della Seta e i vari salamelecchi per tutto quello che gli “amici” cinesi hanno fatto per noi durante la pandemia Covid. Dopo aver infettato il mondo intero con i loro giochetti in laboratorio prima e con i silenzi e le menzogne poi, dopo sì pure sissignore?
E ora questa brutta storia sui cani.
Ma del resto “la grandezza e il progresso morale di una nazione si possono giudicare dal modo in cui tratta gli animali”, ci aveva visto lungo il Mahatma Gandhi. E che in Cina i cani non abbiano mai avuto vita facile qualcosa vorrà dire. E non solo nella provincia sudoccidentale dello Yunnan, dove l’amministrazione pare abbia preso a pretesto baruffe e dispute tra proprietari di cani per emanare questa legge spietata, che dovrebbe essere entrata in vigore da ieri, 20 novembre.
Nel Nord del Paese i cani vengono usati solo per fare la guardia alle case o ai greggi.
E nel Sud, nella provincia del Guandong, è ancora peggio. Fido dal mercato finisce direttamente nel wok. Ma anche nelle regioni meridionali dello Yunnan, che ha vietato le passeggiate ai quattrozampe, si mangiano i cani. E in molte regioni vige la regola di un solo cane per nucleo familiare.
Del resto c’è poco da stupirsi. Per decenni la Cina ha imposto alle coppie di avere un solo figlio.
E poi ancora divieti. Singolare quello della provincia di Hubei, che vieta di possedere cani più lunghi di 45 centimetri. E dal 2018 nella città di Hangzhou, poco a sud di Shanghai, i cagnolini possono andare a spasso solo al calar delle tenebre. Negozi e alberghi sono off limits per i pelosetti praticamente ovunque. E poi la psicosi Covid che dilagava nei confronti degli animali domestici, tra l’altro totalmente priva di fondamento scientifico.
Del resto durante la Rivoluzione Culturale, negli anni ’60, le guardie rosse di Mao uccidevano gli animali domestici considerati un “lusso borghese”.
Proteste e indignazione sui media e dalle associazioni animaliste contro la legge dello Yunnan non si sono fatte comunque attendere. E le autorità sono state costrette a dichiarare che rivedranno la norma. Che per ora dovrebbe essere comunque entrata in vigore da ieri.
Decisamente una vita da cani per Fido nel Paese asiatico. Che tutto sommato sta in buona compagnia. Giornalisti e blogger da quelle parti non se la passano tanto meglio. Nessuna legge ufficiale, nessuna sanzione pecuniaria per loro, ma il guinzaglio e la museruola di regime sì. E ogni tanto spariscono. E non si trovano più. Andranno a fare compagnia a quelllo che fu Fido?