Dal 13 luglio 2015, giorno del secondo attentato che sconvolse la capitale del Ciad, N’djamena, il messaggio che il gruppo terroristico Boko Haram ha lanciato è stato chiaro: il Paese diventa ufficialmente un nemico da combattere, perché fa parte dei governi di “cattivi musulmani”. Questo era il risultato del cambiamento della politica del presidente Deby, sempre più obbligato ad impegnarsi nella lotta al terrorismo. In effetti, questo obbligo derivava da diversi fattori, non ultimo la presenza quasi ingombrante di quella Francia che lo ha salvato nel conflitto del 2008.
Da allora il Ciad diventa un Paese chiave nella guerra al terrorismo: la capitale N’djamena è il comando regionale di Barkhan, la missione militare che da assistenza ai Paesi del Sahel che combattono Boko Haram (chiamato oggi anche Eiao) e Aqmi (al Qaeda nel Magreb islamico) in particolare verso Mauritania e Algeria.
Il Ciad, intorno al 2010, mentre gli altri Paesi della regione erano già impegnati nel combattere Boko Haram, che faceva del Niger orientale e della Nigeria settentrionale i suoi bastioni, manteneva una posizione neutrale, quasi non interessato alle faccende che preoccupavano sempre di più i vicini. Anche il Cameroon era impegnato in questa lotta e i due Paesi si sono scambiati a vicenda, non poche volte, accuse di sostenere movimenti terroristici per indebolire il vicino. Questa situazione faceva sospettare una sorta di “patto di non aggressione” stipulato tra il presidente Deby e il gruppo terroristico.
Ma la pressione francese, unita ad una situazione che diventava sempre più insostenibile, ha portato il Ciad ad impegnarsi attivamente verso la fine del 2014, dando vita ad una forza mista composta dagli eserciti degli Stati del Lago Ciad (Ciad, Nigeria, Niger, Cameroon).
Gli attentati di Boko Haram del 2015 dimostrano che ora l’impegno militare del Ciad è concreto e le sue capacità militari hanno notevolmente cambiato la situazione, come testimonia la perdita di territorio dei terroristi sul Lago. Il movimento però non può essere considerato sconfitto, visti gli attacchi ripetuti nel mese del Ramadam di quest’anno. L’invio di truppe chadiane in territorio nigerino a fine maggio 2016 mostrano che, finalmente, il Tchad è e sarà in prima linea.